Cronaca locale

Nelle palestre dei vip tra chef, massaggi e l’autista personale

Pierfrancesco è un manager dell'alta finanza. Arriva in pausa pranzo, indossa l'accappatoio e si prepara per un rilassante massaggio ayurvedico al riparo da sguardi indiscreti. Quindi si accomoda nell'area lounge e, davanti a un'insalata di frutta rigorosamente bio, estrae dalla ventiquattrore il pc e scorre una dopo l'altra le e-mail. Gli affari sono affari, pensa tra sé e sé. Elisabetta, invece, fa la soubrette in tv. Entra in tarda mattinata con borsone griffato e un paio di occhialoni neri. Dopo mezzora di pilates, si rifugia nell'area termale per un lungo idromassaggio che alterna al corso di yoga del giovedì. Alle 13, il lunch vegetariano sulla terrazza con l'amico Paolo, imprenditore edile, conosciuto due giorni prima al tapis roulant.
Per molti milanesi come loro, la palestra non è solo fitness. Non è il luogo della fatica e del sudore dove affannarsi tra pesi e flessioni per pompare i muscoli e assottigliare l'addome. Ma il tempio dello svago e del benessere in cui rilassarsi, fare nuovi incontri, migliorare il proprio stile di vita, prendersi cura di sé. Una filosofia che i club più esclusivi di Milano che gravitano tra Duomo e corso Como hanno perseguito alla lettera, puntando sul comfort a trecentosessanta gradi. Qualche esempio? In corso Venezia 50, di fronte ai giardini di via Palestro, si è da poco inaugurato il Caroli Health Club, centro benessere a cinque stelle firmato dal guru del wellness Angelo Caroli, che dalla sede di via Senato si è trasferito qualche metro più in là, in un palazzo neoclassico con vista sul parco. Ma attenzione: il club è a numero chiuso (massimo 600 soci) e il costo è tabù come la ricetta della Coca Cola. Per iscriversi bisogna prima sottoporsi al «fitness profile», il test per verificare il proprio stato di salute, e a seconda dell'esito - e del reddito - si confeziona un pacchetto personalizzato, con quota base di 1480 euro all'anno (compresi doccia e spogliatoio privato, accappatoio, pantofole e asciugamani, shampoo e bagnoschiuma naturali e biodegradabili), più gli eventuali benefit extra: personal trainer, anche a domicilio (dai 55 euro in su a lezione), massaggi, corso di pilates, servizio lavanderia, ristorazione, dietologo, persino la visita dal chirurgo estetico e una Jaguar con autista a disposizione per il tragitto casa-palestra (ma c'è anche chi chiede l'aereo privato, assicurano dallo staff). Ed ecco che il prezzo lievita, anche a mille euro a settimana. Il socio tipo? Il businessman che non bada a spese, ovviamente, e che cerca privacy e tranquillità.
Un po’ diverso il target di corso Como 15, l'ex Francesco Conti, storico riferimento del fitness per vip. Da un paio d'anni la proprietà è passata dalla famiglia Conti alla multinazionale Virgin Active, leader del settore con duecento health club nel mondo e un fatturato a nove zeri. A Milano i centri Virgin sono sei, più altri due che apriranno tra ottobre e marzo a Bollate e a Città Studi. Ma quello di corso Como - da cui il famoso motto "Fitness e Vipness" - è tutt'altra cosa. Un grande lunapark del corpo e dello struscio, del tatuaggio e del silicone, dove tra i 200 macchinari, la piscina da 25 metri e i corsi di yoga e acqua gym è facile imbattersi in molti volti noti, da Ramazzotti alla Nannini, passando per Enrico Bertolino, la Stefanenko, Amadeus. Ma c'è chi preferisce il Downtown di piazza Cavour, altra tappa fissa di modelle e starlette (Filippa Lagerback, Randy Ingerman, Elenoire Casalegno, Federica Fontana, Fernanda Lessa, Paola e Chiara...) che arrivano in tarda mattinata in canotta e shorts per dimenarsi a colpi di spinning e kick boxe. Clientela selezionata ma meno mondana per lo Skorpion di corso Vittorio Emanuele (più rivolto alle famiglie e famoso per la grande piscina sotterranea) e il Downtown di piazza Diaz, con la meravigliosa terrazza affacciata sulle guglie del Duomo.
Qui il popolo del fitness si divide in tre categorie: i top manager che fanno pesi all'alba in fretta e furia, prima di concludere un'importante trattativa; le "sciure" della Milano bene che arrivano a metà mattina in tutta calma per poi ammassarsi ai corsi di aerobica o agitarsi in balli sensuali durante le gettonatissime lezioni di burlesque; e lo zoccolo duro della pausa pranzo, gli irriducibili del bodybuilding e della cyclette che in nome della linea sacrificano il pranzo d'affari al Baretto per un'insalatona prêt-à-porter.
La "massa" (si fa per dire) arriva dopo le 18 con la chiusura degli uffici, e a quel punto si può trovare di tutto: dall'avvocato allo studente, dal broker al pensionato, tutti in pista a rinforzare il physique du rôle o a importunare la giovane malcapitata dell'attrezzo a fianco.

Ma la palestra, si sa, è fatta anche per questo.

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