Stupire Gillo Dorfles, il grande decano della critica darte sempre attento analista anche da centenario, è difficilissimo. Nelle sue migliaia di articoli e negli oltre 150 libri (tra gli ultimi «Horror pleni - La (in)civiltà del rumore», «Elogio della disarmonia» e «Arte e comunicazione»), il docente triestino ma milanese dadozione ha messo a raggi X vizi e virtù dellarte contemporanea, con lumiltà di chi lascia sempre al giudizio della Storia lultima parola. Sullintervento darte pubblica in piazza Affari non si scompone ma liquida le critiche di chi ha tacciato lopera di facile spettacolarità: «Cattelan è un artista intelligente e di grande inventiva che, anche quando vuole stupire, compie interventi del tutto rispettabili. Daltra parte oggi cè bisogno di stupire e il pubblico chiede di essere stupito».
Più volte, anche nei suoi scritti, Dorfles è intervenuto sul rapporto tra arte e spettacolo sottolineando limportanza dellelemento spettacolare anche per il mercato. Sullipotesi che il monumento di Cattelan possa diventare permanente in piazza Affari, il professore non si sbilancia. «Non ho ancora visto lopera da vicino ma ritengo che non abbia nulla di scandaloso. Sul fatto di tenerla per sempre, dico che oggi viviamo in unepoca transitoria, tutta larte è transitoria e non vi è nulla che resti per sempre». Le «provocazioni» di Cattelan non hanno mancato, nelle ultime settimane, di riaccendere le solite polemiche sul valore delle ultime tendenze dellarte e sulla presunta necessità di un ritorno allordine. «Ogni epoca - dice Dorfles - ha avuto la propria arte e nessuno può prevedere quello che accadrà da qui ai prossimi cinquantanni. Parlare di un ritorno alla figurazione è ancor più difficile perchè anche questultima è in continua evoluzione. Ma una cosa è assolutamente certa: non è più epoca di paesaggi e di nature morte...». Sulle opere dellartista padovano, ma soprattutto in merito agli ingenti costi (a suo carico) dellinstallazione di piazza Affari, non è mancato chi - come il consigliere leghista Salvini - ha parlato di esagerate sopravvalutazioni.
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