Nico Vascellari «balla da solo» con le icone glamour

Sabrina Vedovotto

È la seconda volta che Nico Vascellari presenta un suo lavoro a Roma, con una mostra personale presso la galleria Monitor dal titolo «Io ballo da solo». Giovanissimo, classe ’76, Vascellari vive gran parte del suo tempo a New York, ed è proprio vivendo in quella città tanto piena di avvenimenti glamour che l’artista ha percepito la necessità di elaborare una serie di lavori il cui tema fosse vicino al discorso dell’estetica. Non volendo mai dare giudizi, Vascellari infatti, in maniera quasi maniacale e a volte assurda, intendendo dare a questa parola non un valore negativo, cerca, approfondisce, temi molto vicini a quelli della moda, del fashion system. In galleria ci sono per esempio tre collage di altrettanti particolari del corpo umano. In uno di questi sono presenti delle labbra, in un altro degli occhi, l’ultimo con le orecchie. Ma non sono collage normali. In ognuno di questi infatti, l’artista ha ricercato sapientemente, in alcune riviste, tutte le forme delle bocche presenti. Anzi, ha fatto ancora di più. Ha preso una delle riviste più patinate, la tanto declamata Vogue, e ha cominciato a ritagliare tutte le bocche presenti nelle pagine. Attaccandole sul foglio per poi creare, appunto un collage. Ma non le ha semplicemente ritagliate e poi attaccate, ma, rincorrendo quella sua maniacalità che ormai lo rende assolutamente riconoscibile, ha ridato loro la disposizione che avevano sulla rivista.
Ogni bocca dunque, e nel caso degli occhi, ogni occhio, è stato incollato seguendo l’impaginazione della rivista. Quindi, una serie di occhi sovrapposti uno all’altro, con gli ultimi, quelli delle pagine ultime, in vista, e gli altri probabilmente totalmente o parzialmente nascosti. Una ricerca minuziosa che Vascellari esplica anche nel lavoro dal titolo «I Kate you», dove Kate sta per Kate Moss. L’artista, che ha cominciato questo lavoro ben prima dell’arresto della modella, ha quasi esasperato l’idea della bellezza di questa modella facendone una assoluta icona.

Ha ripreso, mai comprandoli però, tutti i giornali, dal 2001 a oggi, nei quali fosse presente l’immagine di Kate Moss, una sorta di archivio della modella, pagine di giornali compressi e posti, non a caso, in cornici come fossero quadri.
Galleria Monitor, viale delle Mura Aurelie 19. Fino al 27 maggio.

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