Alessandro Parini
da Torino
Niente pullman scoperto a fare il giro per la città per raccogliere l'applauso dei tifosi. Poca gente in piazza San Carlo, nel classico salotto buono di Torino recentemente rimesso a nuovo. Un centinaio di persone all'aeroporto di Caselle, non di più: il popolo bianconero, quello di Torino per lo meno, non se l'è sentita di festeggiare. Meglio volare basso, devono avere pensato. O magari andare al mare o in montagna in attesa di essere presi in giro oggi e chissà per quanto tempo ancora sul posto di lavoro o dagli amici. Sono insomma pochi, molto pochi, coloro i quali credono davvero che lo scudetto vinto ieri sul campo di Bari possa rimanere nella bacheca della società: con il passare delle ore prende corpo la rassegnazione a vedersi sfilati di dosso sia il titolo dell'anno scorso che quello di quest'anno. Le intercettazioni hanno lasciato il segno. In piazza San Carlo ci saranno state al massimo duecento persone, gli ambulanti non vendevano una bandiera, i clacson smettevano presto di suonare: tutt'altra atmosfera rispetto ai ventotto scudetti vinti prima di questo.
Stessa musica anche a Caselle, in serata. Peggio, anzi. Perché un gruppetto di ultras ha contestato società, e triade soprattutto. Non cè stato contatto fisico, il pullman bianconero ha accolto il gruppo a bordo pista. «Vergognatevi, vergognatevi», «Liberate Provenzano, arrestate Big Luciano», «noi la triade non la vogliamo» i cori più gettonati. in contrasto slogan inneggianti a Giampiero Boniperti e a Michel Platini: due personaggi della Juve che fu, una Juve di non troppi anni fa ma che adesso pare lontana anni luce.
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