Niente grattacieli: l’Ippodromo resta

Piano del territorio. Quartiere d’autore nell’ex scalo Farini. Trovato l’accordo tra il Pdl e la Lega. Il Carroccio dà il suo placet: «Ma è solo l’inizio di un percorso»

Niente grattacieli: 
 l’Ippodromo resta

L’Ippodromo resterà verde. Su quel milione di metri quadrati su cui si estendono le piste di allenamento non sorgeranno villette né grattacieli: casomai il trotto dovesse traslocare in un’altra zona, lascerà il posto a un grande parco. Fissata la condizione che per la Lega «era ineludibile», il piano di governo del territorio oggi otterrà (finalmente) il primo via libera della giunta comunale. Anche col voto del Carroccio. Ma è «l’inizio di un percorso» puntualizza il capogruppo lumbard Matteo Salvini, entrando nel merito del documento il centrodestra dovrà decidere se, quanto e cosa costruire su 25 aree ritenute di trasformazione urbanistica e «siamo pronti a batterci 25 volte perché si cementifichi il meno possibile e ci sia quanto più verde possibile». Fatte salve le piste, anche l’area dell’Ippodromo rientrerà invece tra le superfici dove in futuro si potrà costruire, e il primo a beneficiarne potrebbe essere il progetto dell’albergo di via Patroclo bloccato per anni dalle polemiche tra i partiti. Fumata bianca dunque al pgt targato Carlo Masseroli, l’assessore all’Urbanistica che premette: «Il passaggio in giunta è l’inizio di una discussione che durerà almeno una decina di mesi e coinvolgerà i cittadini». A fine luglio verrà votato da sindaco e assessori il piano nel suo intero e «l’obiettivo è di arrivare in consiglio entro settembre o ottobre». Se tra i punti più critici del «pacchetto» ci sarà il futuro del parco sud, su cui il duello in aula è scontato, dovrebbero passare senza colpo ferire almeno da parte del Pdl i progetti per il recupero degli scali Fs dismessi come Farini o San Cristoforo, quello di Euromilano sull’area della Cascina Merlata e lo sviluppo della Bovisa.
Il capogruppo milanese del Pdl Giulio Gallera ipotizza (ma è già previsto sulla carta, e dovrebbe sorgere sulle ceneri dello scalo Farini) un «grande progetto pubblico per costruire su un altro quartiere una sorta di Qt8, una zona residenziale dove tanti architetti sperimentino e producano il meglio della creatività lombarda». Il capogruppo Udc Pasquale Salvatore è convinto che con lo strumento del pgt, che manda in pensione il vecchio piano regolatore, «anche la collaborazione tra pubblico e privato sarà stimolata e potrà dare buoni frutti». Franco De Angelis (gruppo misto) auspica invece che «non si intenda più Milano come chiusa in se stessa, ma si ragioni nei mesi a venire nella logica di una grande area metropolitana».
Critico infine il Pd: «L’intesa raggiunta dalle forze di centrodestra sul piano - sostiene il capogruppo Pierfrancesco Majorino - ci sembra poco chiara, ambigua e pericolosa per il futuro del verde e delle aree pubbliche della città.

Se la strada sarà quella della cementificazione selvaggia la nostra risposta sarà quella di un’opposizione durissima». Milano, insiste, «ha bisogno di interventi di riqualificazione dei quartieri popolari, del recupero di aree del demanio ferroviario, e non di una nuova ondata di interventi sregolati».

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