Nissan Qashqai, crossover con la matrice europea

Maurizio Refini

da Parigi

Carlos Ghosn, arrivato con un paio di ore di anticipo sull’ora della sua conferenza stampa allo stand Renault, molta parte di questo tempo l’ha passata nell’attiguo spazio Nissan, vicino alla Qashqai, il nuovo suv (o crossover). È un veicolo talmente innovativo da inaugurare un nuovo segmento del mercato: un mix di eleganza, agilità e prestazioni. Qashqai ha le stesse dimensioni di Ford Focus e rappresenta il punto d’incontro tra un’auto e un 4x4. Qashqai viene costruita a Sunderland, lo stabilimento inglese di Nissan, da anni al vertice di una classifica speciale in Europa, quella della fabbrica più produttiva. A capo di questo sito, da sempre, è Colin Dodge, inglese di Newcastle, manager pragmatico e profondo conoscitore di uomini e cose. Due volte l’anno tutti i responsabili delle fabbriche Nissan sparse nel mondo, a esclusione del Giappone, si radunano da lui per sottoporre problemi e risultati.
Mister Dodge, qual è il segreto del suo successo?
«Dopo un lungo stage preparatorio in Giappone, mi sono portato dietro solo quello che ritenevo mi servisse in Europa. Due esempi: ho lasciato ai giapponesi il piacere di rimanere a fine giornata sul posto di lavoro per almeno un paio d’ore, non retribuite ovviamente, e la loro abitudine, a metà mattina, di fare ginnastica tutti assieme nel cortile della fabbrica».
Come mai non c’è una fabbrica Nissan in Italia?
«Perché la Thatcher, a quel tempo alle prese con una grave crisi industriale dette molti aiuti, soprattutto per quello che riguarda le infrastrutture necessarie alla fabbrica.

In Giappone, poi, la seconda lingua è l’inglese. Oggi stiamo mettendo in piedi una struttura in Cina: non immaginate neppure il tempo che si perde per capirsi».
Che cosa producete oltre a Qashqai?
«Le Primera per il mercato russo, Micra e Micra CC, e poi Note».

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