È cosa assai nota che Giacomo Puccini non fosse modello di fedeltà, mentre mai si è accennato a un figlio nato fuori dal matrimonio. Come aveva sostenuto Nadia Manfredi Di Sacco che si era rivolta alla magistratura affinché riconoscesse il padre Antonio come frutto di un amore extraconiugale del compositore. Ma i giudici di Milano in primo grado e ora in Appello, hanno respinto la richiesta sentenziando che lunica nipote, ed erede, rimane Simonetta Puccini.
Una vicenda oltremodo complicata, perché la stessa donna fu figlia naturale di Antonio Puccini: nata Giurumello, fu solo in seguito riconosciuta e quindi diventò ufficialmente lunica «nipote» del maestro. La donna, 82 anni, abita ormai stabilmente a Milano e proprio ai giudici meneghini si è rivolta Manfredi Di Sacco, figlia di un Antonio Manfredi, sostenendo che il padre era nato da una relazione della nonna con il musicista.
Del resto molti indizi portavano in questa direzione: Giacomo Puccini amava molto le donne e durante il matrimonio intrecciò numerose relazioni. Tanto che la moglie sospettò una tresca con la domestica, Doria Manfredi, che nel 1909 si uccise travolta dalle accuse della moglie Elvira Puccini. In realtà la tresca ci sarebbe stata ma con la cugina Giulia, da cui sarebbe nato Antonio. E a tal proposito, prove «inconfutabili» sarebbero state trovate in un baule dal regista pisano Paolo Benvenuti che alla storia aveva dedicato il film «La fanciulla del lago». E in base a questi documenti, Nadia Manfredi Di Sacco, casalinga pisana di 65 anni, fece causa alla «cugina» Simonetta.
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