«No alla moschea gestita dall’Ucoii»

Il portavoce di An: «La popolazione è esasperata. Giusta la richiesta di un referendum sul centro islamico»

da Roma

Comitati civici, presidi, lettere furiose contro il sindaco ma anche contro i dirigenti nazionali dei Ds, raccolta di firme per un referendum. Colle Val D’Elsa, cittadina rossa da oltre cinquant’anni, nel cuore della Toscana è sul piede di guerra. Qui, da un anno e mezzo, da quando il comune, guidato dal sindaco Paolo Brogioni ha deciso di costruire una enorme moschea su una superficie di 3.200 metri quadrati, con una superficie coperta pari a 576 metri quadrati, comprensiva di cupola e minareto stilizzati in cristallo, sta accadendo qualcosa di inaspettato: gli elettori e i cittadini di sinistra si ribellano alla giunta che li governa. Lo fanno a colpi di richieste di referendum - finora rispedite al mittente - ma anche di proteste pubbliche contro un progetto che prevede, oltretutto, un cospicuo finanziamento, 300 mila euro da parte della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, più un cospicuo finanziamento comunale.
In questo contesto, decisamente surriscaldato, accade che la visita e l’intervento del portavoce di An, Andrea Ronchi, a un dibattito pubblico si trasformi in un’adunata da migliaia di persone. E le sue parole vengano applaudite con convinzione dalle mani di quei cittadini, quasi tutti elettori «rossi», stufi di essere ignorati dai propri dirigenti, interessati più al monopolio del potere che allo sconcerto della propria comunità. «Colle Val d’Elsa è esasperata» racconta Ronchi. «Il fatto che una amministrazione abbia voluto imporre la costruzione di un Centro culturale islamico senza prendere in alcuna considerazione la volontà della cittadinanza viene vissuta con comprensibile rabbia. L’allarme sociale è elevato e pochi riescono a capire perché in una zona dove i praticanti islamici sono poco più di duecento sia necessario creare una struttura per oltre mille persone. Inoltre l’associazione che ha stipulato il contratto con il Comune è affiliata all’Ucoii, ovvero all’organizzazione responsabile di interventi non certo edificanti come quello contro lo Stato di Israele pubblicato a pagamento sui giornali. Tutto questo è gravissimo: si premia la connotazione fondamentalista dell’Islam, boicottando i moderati e minando l’integrazione. E si finisce per creare il quartiere generale dell’Ucoii per il centro Italia».
Ronchi è rimasto colpito dal malessere che circola dentro la popolazione. «La città è spaccata. Si sente abbandonata. Il sindaco chiude la porta al dialogo e respinge l’ipotesi di un referendum evidentemente per paura di perderlo. Eppure la richiesta della popolazione è semplice: la moschea si faccia ma insieme alla città, non a ridosso del centro urbano e senza consegnarla chiavi in mani a una associazione legata all’Ucoii.

Il tutto facendo chiarezza sui finanziatori occulti e non occulti. Domani mattina (oggi per chi legge, ndr) denuncerò al ministro Amato la situazione. È ora che la democrazia in questi luoghi venga resa praticabile e si fermi una scelta che va a scardinare la convivenza civile».

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