Cronaca locale

«Tra Nobel e prefetto scelgo Fo: è più coerente»

Il sindaco la buttà lì: «Lo voterò alle primarie. Non si camuffa, che la sinistra torni a dire cose di sinistra»

«Io tifo per Dario Fo. Dopo un amministratore di condominio non serve un prefetto, ci vuole almeno un Nobel». Uno schiaffo a Bruno Ferrante, una stilettata per l’attore sponsorizzato Rifondazione comunista e la provocazione subito pronta. «Andrò alle primarie a votare per lui», la butta lì Gabriele Albertini arrivato al banchetto di Fi organizzato in piazza Argentina. «Almeno lui è coerente - assicura -. Ma insomma, che a sinistra si torni a dire qualcosa di sinistra. Perché camuffarsi dietro una figura istituzionale solo per vincere le elezioni e poi esercitare una politica di potere come sta facendo la Provincia?». Sul tavolo c’è il questionario da compilare. E il sindaco si siede a compilarlo diligentemente. «Cosa pensi sia migliorato nella nostra Milano?». E via con le crocette. Anziani, infanzia, sicurezza, inquinamento, pulizia, trasporti, recupero aree dismesse, parchi, sport, beni artistici, grandi eventi. Una pagella da primo della classe. Ma alla voce «altro», scrive con calligrafia geroglifica che «tutto si può migliorare». Cosa faresti tu se fossi sindaco? «Di più e di meglio di quello che ho fatto». Cosa suggerisci per migliorare il tuo quartiere? «Abito in zona Fiera. Vorrei il Central Park e i tre grattacieli costruiti dai grandi architetti». Ma sono già in progetto. «Bisogna farli in fretta». Cosa chiedi a Fi? «Di essere coerente con il suo programma originario. L’imprenditorialità al governo». Assist perfetto per la domanda sulla candidatura di Letizia Moratti. «Una persona responsabile e seria deve giustamente riflettere e valutare le altissime responsabilità che si prenderebbe nell’accettare questa candidatura». E poi un’idea nuova. «Perché - spiega - non una lista di solo diciottenni? Se il nostro problema è l'astensionismo, perché non offrire per esempio nell'ambito della Casa della Libertà una lista di persone giovanissime? Di diciottenni o poco più. In fondo la coesione della coalizione significa questo: provenienze diverse e obiettivi comuni per una città più moderna, liberale, aperta». Poi si torna su Celentano, rospo che non proprio giù. «Non so se preferire il lento o il rock. Se devo ballare con una bella signora preferisco il lento per ovvie ragioni. A Celentano dico che se ha 11 milioni fan, si presenti alle elezioni, prenda i voti, faccia il sindaco e organizzi la città secondo il genio musicale che è con la sua straordinaria visione del mondo e delle cose.

Se non lo fa, ascolterò le sue canzoni».

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