Adalberto Signore
da Roma
Da una parte quelli che «la droga non è un diritto», dallaltra quelli che «il consumo personale non è perseguibile». Di qua chi è favorevole allequiparazione tra droghe pesanti e leggere, di là chi non esclude la somministrazione controllata delleroina da parte dello Stato. Si potrebbe, con una certa approssimazione, ridurre la querelle a «proibizionisti» contro «antiproibizionisti», teorici della «tolleranza zero» contro fautori della «riduzione del danno». E, applicando le categorie della politica, leggerla come lennesimo terreno di scontro tra maggioranza e opposizione: da una parte il vicepremier Gianfranco Fini che tira dritto sulla riforma degli stupefacenti, dallaltra Livia Turco (responsabile Welfare dei Ds) che mercoledì ha proposto «un salto di qualità» nella lotta alla tossicodipendenza prevedendo «anche in Italia, come è già stato fatto in altri Paesi europei, la sperimentazione di somministrazione controllata di eroina». Francesco Storace la sintetizza così: «Due filosofie diametralmente opposte». Perché, spiega il ministro della Salute, «la riforma di An ha come obiettivo il recupero del tossicodipendente», mentre «la proposta della Turco, che trova consensi in larga parte del centrosinistra, preferisce cercare di narcotizzarlo».
Ministro, si spieghi.
«Pensare di recuperare un drogato fornendogli eroina di Stato, seppure in modo controllato, è quanto di più lontano cè dal risolvere il problema. Che non è solo di chi si droga ma pure della società. Più che impegnarsi seriamente nel recuperarlo, appunto, si preferisce anestetizzare il tossicodipendente. È una visione lassista dello Stato che non ha altra scelta che arrendersi alleroina. Questo modo di pensare non può e non deve assolutamente passare perché è la cosa più sbagliata che si possa fare. Non solo per gli effetti devastanti che può avere sui tossicodipendenti ma anche come messaggio alla società. Sarebbe un inammissibile segnale di resa».
Anche se alcuni Paesi hanno scelto proprio questa strada.
«Sbagliando. E con risultati non certo confortanti. Capisco che nellUnione si inizino a lanciare i primi segnali allarea radicale dello schieramento e immagino che Capezzone abbia festeggiato luscita della Turco, ma mi pare si sia andati un po oltre il limite. La droga deve essere combattuta in modo serio e deciso, senza dare lidea che assumere sostanze stupefacenti sia quasi una sorta di diritto. È lesatto contrario: un delitto contro se stessi e la società. È per questo che va approvato al più presto il ddl sulle droghe su cui insiste molto Fini. E la posizione della Turco non fa altro che farci capire che su questo punto lopposizione farà ostruzionismo costringendoci ad andare avanti a colpi di fiducia».
Inizialmente, però, nella Casa delle libertà cera più di una perplessità su quel testo.
«Fini ha posto il problema nella maggioranza con nettezza e non credo possano essercene ancora. È vero, alcuni settori di Forza Italia non erano troppo convinti ma penso che con lo stralcio del disegno di legge la questione sia risolta».
Quindi via libera al ddl sulle droghe e sì alla modifica della ex Cirielli?
«Modificare la ex Cirielli è assolutamente necessario visto che contiene una norma che punisce la recidiva senza però occuparsi del fatto che molti recidivi sono tossicodipendenti. Mentre è chiaro che il carcere è assolutamente da evitare visto che è lultimo dei posti dove si può sperare di recuperare un drogato. Bisogna invece concentrarsi sulle misure alternative e in questo senso le comunità di recupero possono svolgere un ruolo decisivo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.