Per noi vecchi i sentimenti sono solo quelli della tv

di Annibale Bertollo

Caro direttore, nella nostra casa di riposo, ogni tanto, un ospite leva il disturbo e ci lascia per sempre. È come non fosse mai esistito, nessuno sembra conoscerlo, nessuno parla di lui, tutti gli altri vecchietti continuano con lo stesso accanimento ad attendere alle solite cose. Solo i parenti, un po’ infastiditi, un po’ vergognosi, vengono quatti quatti, quasi di nascosto per un’ultima visita. «Non era meglio ricoverarlo? Avete fatto tutto il possibile?», chiedono rancorosi. Non lo so. Tutto il possibile per far cosa? E voi parenti, avete fatto tutto il possibile?
Anche durante la vita, quando arrivano i parenti, spesso è per dovere, è raro notare sguardi di complicità e di simpatia, il più delle volte si fanno strada dal passato vecchi rancori e sotterranee lotte per il potere. Il sentimento più presente, quasi costante, è l’imbarazzo. Non c’è molto da dire e c’è voglia di andarsene.
Per la morte di un parente, quasi vergognandosene, a volte, qualcuno piange, ma è raro, di solito bisogna far presto ad archiviare tutto il più rapidamente possibile. La morte va rimossa il prima possibile dai pensieri e dalla realtà; e tutti gli ospiti della casa di riposo tornano, come se non fosse accaduto niente, ad occuparsi del quotidiano: c’è la lotta per il telecomando, la lotta per il piccolissimo potere, e si guadagnano i posti in sala televisione. Nessuno sembra ricordare chi fino a ieri era qui con noi e ci ha lasciato, e tutti ci immergiamo nella visione del Grande fratello. Quel povero ragazzo di Massimo, così pieno di valori, è stato ingiustamente cacciato dal Gf.
Finalmente vecchietti e vecchiette possono piangere assieme ai ragazzi della casa che anche loro piangono come vitelli. Erano anni che non si piangeva così di gusto. Era dai tempi in cui, in una puntata di Dynasty, era morto in diretta il gatto di Suellen. Anche allora che lagrime... e che sentimenti.
I sentimenti ci sono, ma non per noi, per i personaggi della tv.

Viviamo il lutto in play-back, non in diretta, lo viviamo per le cose che accadono in televisione non per quelle che accadono nelle nostre vite. Quelle della televisione sono le sole cose che esistono veramente, le sole cose importanti. La televisiùn la ga na forsa de leùn.
Cittadella (Padova)

LA RISPOSTA Viviamo tutti nella pietà virtuale /di Cristiano Gatti

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