"Il nomade arrestato è maggiorenne. Resti a San Vittore"

VIGILE UCCISO La decisione del pm. Il magistrato ha ritenuto tre esami ossei sufficienti per dimostrare la sua vera età. Rischia l’ergastolo

"Il nomade arrestato è maggiorenne. Resti a San Vittore"

Per la Procura di Milano Remi Nicolic è maggiorenne e, come tale, sarà giudicato dalla giustizia ordinaria. Resterà quindi a San Vittore in attesa di essere processato il giovane nomade che il 12 gennaio scorso ha travolto e ucciso il vigile di quartiere Nicolò Savarino alla Bovisa. Il gip Giuseppe Vanore, dopo l’interrogatorio di garanzia di sabato mattina in carcere, ha respinto l’istanza della difesa che sosteneva che il giovane fosse minorenne e non ha inviato gli atti dell’inchiesta al tribunale dei minori in modo che svolgesse le perizie per stabilire l’età esatta del ragazzo. Per il giudice bastano infatti i risultati della radiografia ossea che, proprio la Procura per i minorenni, dispose dopo che il nomade venne fermato per un furto il 24 dicembre scorso - una ventina di giorni prima della tragedia alla Bovisa - e che stabilì che Nicolic era maggiorenne, tant’è che gli atti a suo carico vennero trasmessi alla procura. Anche le impronte prese in occasione del fermo per quel furto coincidono con quelle prese in Ungheria, quando il ragazzo, in fuga dall’Italia dopo l’omicidio di Savarino, è stato bloccato il 15 gennaio.
«Stiamo valutando l’impugnabilità dei provvedimenti del gip - puntualizza il legale di Nicolic, David Maria Russo -. Faremo comunque istanza di autorizzazione al pm Mauro Clerici affinché il nostro perito di parte, Marco Lorenzo Scarpelli, possa effettuare sul ragazzo l’esame carpale (comunemente definito come esame osseo, ndr), quello dentale ed eventualmente quello delle vertebre. I documenti che abbiamo presentato finora sono tutti veri, su di essi sono in corso una serie di accertamenti: il giudice, infatti, non ha messo in dubbio la loro validità, ha semplicemente stabilito che non possono essere la prova certa della minore età del ragazzo. La famiglia di Remi è molto dispiaciuta perché ritiene che il mio assistito ora dovrebbe stare in un carcere minorile e non a San Vittore. Cosa penso di tutto questo? Prendo atto che il principio in dubbio pro reo (la locuzione, usata nel diritto penale, significa «nel dubbio giudica in favore dell’imputato», ndr) non è stata applicata».
Ad oggi Remi Nicolic, accusato di omicidio volontario aggravato e resistenza a pubblico ufficiale, rischia l’ergastolo. Durante l’interrogatorio di sabato il ragazzo ha ammesso di aver investito il vigile perché era senza patente e stava scappando per evitare un controllo, quindi ha confermato l’aggravante dei futili motivi.
«Aspettiamo anche l’arresto del secondo assassino che è ancora a piede libero.

- commenta il vice presidente del consiglio comunale di Milano Riccardo De Corato - Ora ci attendiamo dai giudici del tribunale di primo grado che ristabiliscano in maniera inequivocabile in questa drammatica vicenda, quella certezza della pena che in Italia si è andata smarrendo da lungo tempo. Dove le carceri sono diventati dei grand hotel dove si entra e si esce con estrema facilità. Ci auguriamo quindi una condanna esemplare nei confronti degli assassini che vuol dire l’ergastolo».

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