Cronaca locale

Nomadi, la città chiede al governo di fare la sua parte

Il vicesindaco incontra il sottosegretario Rosato: possibile un tavolo sui problemi dell’immigrazione

Intervenire «in via Vaiano Valle, dove «i rom si sono sistemati addirittura in villette ben organizzate, e dentro non si sa cosa succede». A Chiaravalle, dove «continuano ad arrivare roulotte, ci sono insediamenti assolutamente nuovi lungo le strade di accesso alla città, e i nomadi vivono in catapecchie in mezzo agli orti o in luoghi così nascosti che è impossibile accettare». E ancora, ha puntualizzato ieri l’assessore alla Politiche sociali Mariolina Moioli, intervenendo ieri in commissione sulla mozione per il piano rom che ha scatenato una bagarre in consiglio comunale la scorsa settimana tra l’assessore e la sua maggioranza, «non diamo a intendere ai cittadini che i campi regolari siano a posto, perché non è così. Se entrassimo in quello di via Idro, ad esempio, penso che troveremmo la stessa situazione pericolosa che c’era in via Triboniano prima che introducessimo il patto di legalità e socialità. Se autogestiti, anche i campi regolari sono luoghi a rischio». Osservazioni che Moioli ha sottoposto soprattutto ai consiglieri della Cdl che contestano più aspramente il suo piano nomadi. Ieri in commissione i toni si sono decisamente abbassati, anche se il capogruppo di Forza Italia Giulio Gallera è tornato a insistere sul «no alla regolarizzazione di altri campi rom dopo quello di via Triboniano» e su «una maggior fermezza, perché dobbiamo arrivare al punto da eliminare del tutto i campi sul territorio, la capacità di accoglienza di Milano non può andare oltre una certa soglia, deve esserci un numero chiuso, che possiamo definire in 1.500 rom, oltre il quale non si deve andare. Con Triboniano abbiamo offerto un modello che ora altri devono copiare, serve un piano di delocalizzazione. E ci vuole fermezza con chi non si è sottomesso alle regole, anche se sono cittadini comunitari i rom non hanno il diritto di bivaccare dove capita». Il consigliere dell’Ulivo Pierfrancesco Majorino auspica che «sulla mozione con cui in aula abbiamo chiesto l’applicazione del piano si possa fare un lavoro di convergenza politica». Moioli sostiene che «affinché il problema possa essere governato occorre una coesione politica e sociale molto forte». Certamente, «la situazione dopo l’ingresso della Romania in Ue è diventata ancora più pesante, basta osservare la concentrazione intorno al Cimitero Monumentale dove la presenza di nomadi ai semafori sta generando anche tensioni di conflitto, che rischiano di accrescersi se la situazione non viene governata». É indispensabile «riprendere il dialogo con la Romania, perché come Milano altre città sono in difficoltà per l’aumento degli ingressi negli ultimi due mesi» e servono «risorse e una programmazione dei flussi da parte dello Stato».

I campi, ha assicurato a tutta la Cdl - ma alla Lega in primis - «anche una volta regolamentati saranno di permanenza temporanea», e Moioli intende aggiornare «un regolamento dei campi che è di dieci anni fa».

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