«Nomina fasulla, la poltrona è mia»

(...) il Comune. Durante la seduta di giunta, però, quello stesso giorno era stata approvata la delibera con cui il Comune ricorreva in Consiglio di Stato. Il pomeriggio stesso, però, Sgarbi aveva ritirato la lettera di dimissioni. «La mia lettera di dimissioni non è stata controfirmata dal segretario generale: quindi io sono ancora assessore alla Cultura di Milano, nonostante abbia scelto Salemi. I miei avvocati si occuperanno di denunciare la Moratti per abuso d’ufficio, questo in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato».
Che cosa ne pensa di Finazzer Flory, al di là delle sue vicende amministrative?

«Massimiliano è un amico di vecchia data, mi aveva sostenuto nella campagna per le amministrative in Friuli. Quest’estate eravamo insieme al “Festival delle Vette” a Cortina d’Ampezzo, la rassegna culturale, ideata proprio da lui, che mira a rappresentare il rapporto dell’uomo con la montagna alla ricerca di un’altezza interiore. La mia stima nei suoi confronti è tale che l’avevo proposto, quando ero assessore, direttore artistico di villa Belgiojoso Bonaparte, la Galleria di Arte Moderna».
Il suo principale pregio?
«È un grande esperto di letteratura. Sì, su quel fronte è fortissimo».
Meno forte sull’arte?
«Sì, forse sì».
Il suo principale difetto?
«Non vedo difetti, Massimiliano è come Andrea del Sarto, il pittore senza errori».
Il sindaco Moratti aveva detto che il futuro assessore alla Cultura sarebbe stata una figura di rilievo internazionale.

Come vede Finazzer Flory da questo punto di vista?
«Finazzer è un esperto di letteratura internazionale, è un grande lettore di Rainer Maria Rilke e di Jorge Luis Borges».
Non ha intenzione di mollare la battaglia legale contro il Comune?
«No, nessun passo indietro per agevolare la Moratti: lo farei se fossi una persona civile, ma visto che non lo è...».

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