«Se c'è una cosa che non si dovrebbe proprio fare è quella di prendere materiale dalle cave e portarlo in spiaggia». A chiarirlo in modo secco e senza mezzi termini è lingegner Giulio Tesi, un lettore de il Giornale, che dichiara a chiare lettere, che le scelte adottate dall'amministrazione comunale per il ripascimento delle spiagge da San Giuliano a Nervi sono sindacabili. E avverte: «non sta in piedi prendere materiale da cava come la ghiaia e portarlo sul nostro litorale. Si tratta di una sabbia molto fina, che non si mescola all'acqua di mare. Questo significa che non si deposita nel fondo marino ma resta in superficie». «A mio giudizio - continua Tesi - c'è la possibilità che venga anche deglutita, e certo, non è cosa simpatica. E poi si impregna su asciugamani e costumi macchiandoli. Basta fare la prova su un costumino di un bambino che gioca a riva. Ma la cosa più grave è la quantità di detriti che possono essere scaricati in spiaggia durante l'operazione di ripascimento».
Le obiezioni sollevate riguardano dunque le scelte adottate dal Comune, che attraverso Aster interverrà con la consueta manutenzione per ripristinare le spiagge del levante, danneggiate dalle violente mareggiate di quest'inverno. L'assessore comunale Roberta Morgano a cui è affidato l'Arredo urbano e la Cura dei Litorali di Levante e Ponente nell'annunciare il via libera dei lavori che interesseranno spiagge e scogliere da San Giuliano a Nervi ha preventivamente chiarito: «Ripascimento significa che si porta nuovo materiale. Il materiale nuovo è un problema molto complesso, perché mentre in passato riuscivamo a prelevare in materiali in esubero nei corsi d'acqua e torrenti dell'entroterra, dall'anno scorso questo non è più possibile e quindi dobbiamo ricorrere a materiale da cava, come la ghiaia, con dei costi esorbitanti».
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