«Non ci sono contrasti tra me e Luca» In 24 mesi Torino al 35% di Chrysler

«Non siamo separati in casa, non c’è alcunché di vero quanto a possibili contrasti tra noi due». Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne, davanti ai giornalisti, hanno voluto sottolineare che il loro rapporto non si è incrinato, precisando poi «che al Salone dell’auto di Ginevra eravamo in giorni diversi in quanto abbiamo impegni internazionali differenti». «Io - ha aggiunto l’amministratore delegato - quel giorno mi trovavo in Brasile con il presidente Lula. Del resto, viviamo entrambi due vite piuttosto vivaci, e ritrovarci, io e Montezemolo, nello stesso posto contemporaneamente è già un miracolo». Con questa risposta i due top manager hanno inteso fugare le voci, evidenziate da il Giornale, sui diversi punti di vista personali in relazione alla recente trattativa sugli incentivi e sulla vicenda Termini Imerese. E a proposito di rapporti interpersonali, al termine dell’assemblea Marchionne ha rinnovato la propria disponibilità al dialogo con il governo, «senza però accettare soluzioni imposte e disegnate da qualcun’altro». Archiviato il capitolo assemblea, svuotato di contenuti concreti in attesa della presentazione del piano industriale in programma il 21 aprile, il fuso orario del top manager del Lingotto sta per rispostarsi su quello americano. Nel fine settimana Marchionne rivolerà negli Stati Uniti per una serie di impegni legati all’apertura dell’Auto Show di New York. L’ennesima trasvolata oceanica di Marchionne non è sfuggita alla curiosità di un azionista che, durante l’assemblea, ha chiesto l’ammontare dei costi di tutti questi viaggi per l’azienda (il jet viene periodicamente noleggiato). «In tutto 2,7 milioni di euro - ha risposto il diretto interessato - e l’utilizzo del volo privato per il presidente e il sottoscritto è motivato da ragioni di sicurezza».
La nuova trasferta Usa servirà al capo del Lingotto per affinare ulteriormente le sinergie industriali del gruppo italiano con Chrysler. Ad Auburn Hills, Marchionne e i suoi collaboratori faranno l’ennesimo punto sul piano prodotti. «Posso solo dire - ha spiegato - che Fiat salirà dal 20 al 35% nel capitale di Chrysler entro i prossimi 24 mesi.

La nostra quota può crescere del 15% in tre tappe di 5% ciascuna; e il primo passo lo prevediamo già nel 2010, quando lanceremo la 500 in America. Gli altri sono legati alla distribuzione di Chrysler all’estero. Per salire al 35%, comunque, non c’è una scadenza, è un diritto di Fiat».
PBon

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