«Non diventi capro espiatorio»

«A due settimane dall’annuncio della procura d’aver trovato il colpevole, stiamo ancora aspettando che ci venga notificato qualcosa. Al momento il ragazzo è in carcere per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, cioè per aver partecipato agli scontri, e non per l'omicidio di Filippo Raciti, che pure lo vede come unico indagato». L'avvocato Giuseppe Lipera, che con Grazia Coco difende il 17enne accusato di aver ucciso l'ispettore negli scontri del derby Catania-Palermo, teme che il suo giovanissimo assistito finisca per essere un capro espiatorio, l'unico a pagare visto che gli altri ultras sono andati ai domiciliari. «Abbiamo richiesto l’avocazione delle indagini da parte del Pg ma l'istanza è stata respinta. Abbiamo chiesto che delle indagini non si occupi la polizia, e ancora non sappiamo nulla. Dalla stampa apprendiamo che la Procura dei minori avrebbe inviato al gip la richiesta di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario. Io non so se la notizia è vera, ma auspico che il gip valuti con estrema serenità quelle che sono le risultanze processuali. E respinga la richiesta, perché le esigenze cautelari non sussistono affatto».

E ancora: «Il lavoro della difesa è arduo perché non abbiamo niente di formalizzato da confutare. Abbiamo nominato un perito per accertare la vera causa mortis che è essenziale per arrivare alla verità. Ma c’è qualcuno che sta facendo ostruzionismo, non ci stanno facendo visionare gli atti dell’autopsia».

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