di Benny Casadei Lucchi
Hanno vinto il più bello e la più bella. Jenson - playboy - Button e la McLaren - senza brutto muso - Mercedes. In fondo, un giusto tributo allestetica che pare stia tanto a cuore alla Fia. Si sono difesi con onore i campioni della Red Bull. Ha perso e non ha perso la Ferrari. Perché certamente non è la Rossa che volevamo, però non è la Rossa che temevamo. Il che è un ragguardevole passo in avanti. Daltra parte, segnali che la F2012 fosse strana e indecifrabile erano già arrivati nei bistrattati test: la Ferrari era - ed è - indietro, però allimprovviso staccava il tempone in prova, allimprovviso inanellava giri su giri senza problemi, allimprovviso volava con le gomme medie che fino alla passata stagione lavevano fatta ammattire. Non a caso, nel dopo gara, un fiducioso Domenicali dirà chiaramente che le squadre sono così vicine che basta un minimo progresso tecnico per passare avanti e che loro sanno su quali aree lavorare.
Proseguendo a parlare di stranezze in salsa ferrarista, a Melbourne se ne sono viste tre. La prima vede la Rossa incolpevole, e va archiviata mestamente alla voce colpi di iella. La safety car piombata due giri dopo che Alonso aveva fatto il pit stop ha reso felici i due della Red Bull e beffato Fernando e per par-condicio Hamilton. Capita. La seconda cosa strana è invece tecnica: Alonso con le gomme medie volava nella prima parte di gara che solo a pensarlo lo scorso anno sarebbe stato fantascienza. Però, nella seconda parte, dopo i tediosi giri dietro la safety, è atterrato. La terza questione è umana: Lo strano caso Massa. Perché Felipe è parso, se possibile, ancor più spaesato dellanno scorso. Mai in partita per tutto il week end, sempre a combattere con una macchina che con lui non ne voleva sapere di stare in strada. Possibile che abbia disimparato a guidare? Ovviamente no. Tanto più dopo la grinta mostrata nella difficile fase dei test.
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