«Il rischio cè. Se non facciamo niente siamo alle banlieu». Vincenzo Cesareo è il sociologo che con la collega Rita Blichi ha coordinato la ricerca sullintegrazione che il ministro degli Interni Roberto Maroni ha commissariato alla Cattolica. Si occupa da anni del tema immigrazione, anche da segretario generale della fondazione Ismu, listituto scientifico che promuove ricerche e studi sulla società multietnica. È certo più propenso ad analisi e saggi piuttosto che alla polemica politica, ma deve ammettere che il sindaco di Milano, parlando di immigrati, non ha affatto pronunciato uneresia, se non al politicamente corretto.
Allora professore, sulla base dei dati che sono in suo possesso, e della sua esperienza, la Moratti ha sbagliato oppure no?
«La cosa è molto semplice. Il sindaco lha detto enfatizzando, ma quel che ha detto in parte è vero. Se li vediamo nel loro complesso, infatti, i tassi di criminalità degli immigrati sono superiori a quelli registrati fra gli italiani, ma se scorporiamo i regolari vediamo che questi delinquono come gli italiani».
Dunque la differenza da dove viene fuori?
«La differenza viene fuori dagli irregolari. In realtà è indubbiamente vero che gli irregolari portano a un tasso complessivo superiore a quello degli italiani».
Però...
«Però non possiamo dire che tutti gli irregolari siano dei criminali. E delinquono di più perché partono da situazioni stressanti, drammatiche, spesso di sfruttamento».
Dunque il sindaco di Milano ha solo sbagliato lavverbio secondo lei? Se avesse detto «più frequentemente» invece che «normalmente» avrebbe solo fotografato la realtà?
«Direi di sì».
E come risulta la situazione di Milano per quanto riguarda limmigrazione la criminalità?
«La situazione di Milano è una via di mezzo fra le città in cui lintegrazione è migliore e altre. Sul piano economico lintegrazione è superiore».
Quali sono le altre peculiarità milanesi?
«Abbiamo riscontrato una particolare propensione per i fenomeni appropriativi. Furti eccetera. Nelle piccole città si applica spesso la tattica dellisolamento. Gli immigrati non vengono in contatto, ma se si verifica un contatto partono conflitti. A Milano ci sono conflitti potenziali, che se non si interviene in modo immediato possono dar luogo a conflitti».
Cè il rischio di fenomeni simili a quelli delle banlieue?
«I conflitti oggi sono latenti. La conflittualità manifesta è bassa, ma basta niente perché i conflitti si manifestino in tutta la loro violenza, come è successo in via Padova».