Considerare la terza età come una risorsa e non solo un costo sociale. Questa una delle riflessioni più significative emerse dalla presentazione del «Rapporto Nazionale 2007 sulla condizione e il pensiero degli anziani», tenuta nellaula magna dellUniversità Luiss e organizzata dallassociazione «Ageing Society». Il volume, composto da oltre 1.750 pagine a cui ha collaborato anche Federsanità-Anci, rappresenta un contributo scientifico e al tempo stesso divulgativo sulla complessa tematica del fenomeno invecchiamento. Lincontro, che ha visto anche la partecipazione del ministro delle Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, ha visto alternarsi come relatori esponenti del mondo politico, dellimprenditoria e della società civile. «Il Paese inizia a prendere coscienza degli anziani - ha esordito Andrea Monorchio, vicepresidente di Ageing Society -. Bisogna adesso investire sulla qualità della vita, per diminuire la spesa sanitaria, e razionalizzare le risorse, per cercare di ovviare allo squilibrio che esiste ancora in alcune zone dItalia».
È toccato poi a Emilio Mortilla, presidente di «Ageing Society», illustrare i risultati della ricerca e le proposte di intervento del suo gruppo di studio: «Da una ricerca della Cambridge University risulta che gli anziani italiani sono i più infelici dEuropa. Scarso potere dacquisto, difficoltà ad accedere ai servizi primari, senso di inutilità sociale: questi sono i problemi che abbiamo riscontrato nella nostra indagine ed è qui che vanno individuate risposte adeguate». Un vero e proprio programma di prevenzione e di lotta agli sprechi quello proposto da «Ageing Society»: «Un punto importante della nostra proposta è una seria campagna contro il comparaggio, reato che vede coinvolti medici, farmacisti e industrie farmaceutiche - ha spiegato Mortilla -. Un altro progetto è listituzione di un ticket equo e solidale legato cioè alle sole spese alberghiere per le degenze ospedaliere e non alle prestazioni sanitarie. Questo, che verrebbe applicato solo ai pazienti solventi, può fare recuperare da solo 150 milioni di euro alle casse della Sanità».
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