«Non posso essere l’erede di Eto’o Per Moratti vorrei essere Recoba»

nostro inviato ad Appiano Gentile

«Io non penso, gioco. Sono qui per giocare».
Ieri è stato il primo giorno per Diego Martin Corazo Forlan.
«Sì, sì, ho fatto la scuola italiana di Montevideo, un po’ lo parlo. Cosa ci faccio qui? Ho lo stesso entusiasmo che avevo quando sono arrivato allo United e poi al Villarreal e all’Atletico».
Scusi, ma a 32 anni non è un po’ tardi per fare l’erede di Samuel Eto’o?
«Ma io mi sento bene».
Sì, vabbè, ma Eto’o?
«Lui è un grande giocatore, lo sappiamo tutti, però la vita continua. Nelle squadre i calciatori cambiano spesso e io adesso sono qui. Insomma adesso è il mio turno».
Pensa di fare il titolare? Pensa di fare tanti gol? Quanti gol ha intenzione di segnare?
«Ho sempre giocato titolare però mi rendo conto che qui all’Inter c’è tanta gente. Ma quando gioco non penso al pichichi o alla Scarpa d’Oro, non penso a quanti gol farò in quella partita. Io penso solo a giocare».
In quale ruolo rende di più?
«Nell’Uruguay gioco trequartista, allo United e poi al Villarreal e all’Atletico facevo la punta. Forse sono soltanto una punta di movimento. Parlerò con l’allenatore, lui mi dirà qual è la cosa migliore per me in questa squadra».
Com’è stato l’impatto con Milano?
«La città mi piace, i compagni mi hanno accolto molto bene, ci sono tanti sudamericani, ci siamo scontrati tante volte ma sono amici».
E di Zarate cosa pensa?
«Lo vedevo nella Lazio adesso mi sono allenato con lui ad Appiano, un grande giocatore che potrà fare molto per questa squadra».
Cosa pensa della decadenza della serie A?
«Io non la penso così».
Crede di essere arrivato nel campionato più bello del mondo?
«Il campionato italiano è molto competitivo, non è vero che ci sono solo le squadre spagnole e inglesi, il Barcellona ha vinto l’ultima Champions league ma la stagione precedente l’aveva vinta l’Inter. E poi se si torna indietro nella storia del calcio, si trovano tante squadre italiane che hanno vinto molti titoli. Ogni stagione ci sono le migliori d’Europa che lottano per vincere, ma poi alla fine ci riesce una sola, non è una cosa semplice».
Lei pensa che l’Inter sia competitiva?
«Io credo che qualunque giocatore sia convinto di giocare in una squadra che può sempre vincere contro qualsiasi avversario. E così anche all’Inter».
A Madrid i derby per voi erano una sofferenza, qui il Milan ha vinto gli ultimi tre ed è considerato il superfavorito per il prossimo scudetto...
«Lo so. È quello che succede all’Uruguay quando va a giocare contro l’Argentina e il Brasile. I favoriti sono sempre Argentina e Brasile. Ma poi vince l’Uruguay».
Forse qualcuno non ha ancora capito chi è arrivato: capocannoniere e miglior giocatore dell’ultimo Mondiale, 54 reti in 106 presenze nel Villarreal, 74 reti in 134 presenze con l’Atletico, due volte capocannoniere della Liga. Diego Martin Corazo Forlan detto Cacha, la strega di un cartoon uruguaiano, adesso è qui che gira in città.
Poteva venire in Italia già qualche anno fa, perché non ha mai accettato le offerte che le arrivavano dai club italiani?
«No, mai arrivata nessuna offerta. Erano solo rumors di mercato ma niente di vero».
È vero che per l’Inter ha rinunciato alla trasferta con la sua nazionale in Russia?
«La trattativa per venire all’Inter si è allungata, sarei arrivato solo un giorno prima dopo un viaggio lunghissimo. Ho parlato con Tabarez e mi ha consigliato di restare qui. Anche lui desidera che mi integri al più presto possibile».
Cosa pensa di Ruben Sosa e Alvaro Recoba?
«Sono stati due grandi uruguaiani che hanno giocato nell’Inter. Ruben l’ho sentito recentemente, grandissimo.

Recoba so che è stato un grande pupillo del presidente Massimo Moratti. E io vorrei proprio riuscire a imitarlo».
Diego Martin Corazo Forlan non pensa, gioca, ma ha studiato alla scuola Italiana di Montevideo e ha già capito tutto.

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