Non ha sopportato la bellezza delloriginale della «Venere e Adone» di Antonio Canova ed è svenuta davanti alla statua, vittima della sindrome di Stendhal. È accaduto ieri mattina, allinterno dello stand del Veneto alla Bit, a Francesca Fraticelli, storica dellarte e addetta ai beni culturali della Provincia di Chieti. Voleva vedere lopera, della cui presenza aveva sentito parlare, ma pensava che fosse una copia. La bellezza delloriginale lha stupefatta ed è crollata a terra. Ha trovato però subito ottimi soccorritori: lo stesso vicepresidente del Veneto Luca Zaia, il presidente della Fondazione Canova Giampietro Favaro e lamministratore delegato dellOpera Pellegrinaggi Paolini, monsignor Liberio Adreatta. Lhanno fatta rialzare e lhanno accompagnata in un altro settore dello stand veneto, dove la statua canoviana non poteva essere vista.
Francesca Fraticelli, non nuova alle conseguenze della sindrome di Stendhal, non se lè sentita di rischiare ancora rivedendo lopera. Che potrà però visitare, assieme agli altri capolavori, direttamente alla gipsoteca di Possagno, dove il presidente Favaro lha invitata per poter approfondire la sua conoscenza
dellopera del maestro. Linvito è stato accettato e. a questo punto...speriamo bene.
«Venere e Adone» di Antonio Canova è una statua in gesso del 1794, abitualmente ospitata presso lala Ottocentesca del museo Canova Gipsoteca di Possagno, in provincia di Treviso.
Non regge alla bellezza della statua del Canova: studiosa sviene alla Bit
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