Gentile Prof. De Monticelli, ringrazio io per il tono civile delle sue argomentazioni. Che a mio parere, confermano quel che ho scritto in quell’articolo, seppur nei limiti sommari di un articolo e in una bagarre climatica come quella che stiamo vivendo. Lei è convinta che ci sia un’Italia immorale, eticamente marcia, che non ha mai preso sul serio la vita, e che è orientata verso il centro-destra. E di conseguenza, presumo, c’è un’Italia con vivo senso etico e morale, che ha preso sul serio la vita sul versante opposto. La prima si nutre di scetticismo etico, la seconda invece è più consona alle virtù civiche e morali. Io non lo credo affatto. Non credo innanzitutto che sia possibile uno spartiacque etico o morale che ricalchi il bipolarismo politico; galantuomini e canaglie albergano ovunque, e incoerenze o intermittenze morali ancora più largamente e più trasversalmente. Le citavo il caso di Bobbio e Heidegger, potrei scendere ancora più nell’attualità e dire: è indecente come scrive Sofri che la Binetti difenda i suoi valori morali davanti all’eutanasia o è indecente moralmente eticamente indecente che un signore condannato in tutti i gradi di giudizio per un assassinio, pontifichi sulla prima pagina di un quotidiano e decida cosa è decente e cosa è indecente? È immorale il direttore presente del tg1 che spende 70mila euro all’anno per spese di rappresentanza e non è immorale il suo predecessore che ne spendeva solo per un lussuoso alloggio e solo per due mesi e mezzo, cinquantamila? È eticamente e moralmente accettabile che un presidente della camera usi in quel modo i soldi del suo partito, usi la sua carica nel doppi ruolo costituzionalmente incompatibile di leader di partito e presidente del parlamento, che violi così palesemente il mandato conferitogli dai suoi elettori e dica oggi il contrario di quel che sosteneva ieri? Perché non trovo mai una condanna morale di questi comportamenti in chi pone la questione morale? Ho dunque l’impressione di una morale intermittente come le lucine dell’albero di Natale. Sul piano generale differiscono a volte i criteri di giudizio e le valutazioni storiche sul presente italiano: c’è chi pensa ad esempio, che il degrado etico e morale del nostro tempo, senza andar troppo lontano, derivi dall’onda lunga del Sessantotto,che per primo mise in discussione l’etica della responsabilità, i cosiddetti valori, i principi morali, la severità dei costumi, il riconoscimento dei meriti e delle capacità, il legame religioso, l’amor patrio, e il vivo senso della famiglia. E magari si riconosce in una diagnosi che fecero, per dirle di due autori assai diversi, Augusto del Noce e Pierpaolo Pasolini. Ai miei occhi, per esempio, il nichilismo presente deriva da là, e la questione morale/ etica ne discende, non è un prius ma una conseguenza. C’è poi chi reputa fondativo per l’ ethos pubblico il patriottismo della costituzione e chi, invece, ritiene che sia fondativo per l’ ethos pubblico il patriottismo della tradizione, che passa attraverso la vita, l’esperienza, la cultura e l’indole dei popoli. C’è chi reputa la priorità assoluta del buon politico la sua integrità morale e la sua incorruttibilità e c’è chi reputa che la priorità assoluta del buon politico sia l’efficacia nel servire il bene comune. Fermi restando che al primo sta anche a cuore il bene comune e al secondo sta anche a cuore l’onestà; ma divergono le priorità. È difficile far convivere soggettivismo e integralismo, relativismo e intransigenza. E bisogna, come lei dice, ascoltare anche gli altri. Io, per esempio, come ha visto, leggo i suoi libri e di molti autori che hanno idee opposte alle mie, e ne parlo pubblicamente, criticando mi pare in modo ragionevole e rispettoso.
Non posso dire che accada altrettanto: chi non la pensa come noi non è degno di essere letto... Rimando ai miei libri per approfondire ragionamenti meno frettolosi e tranchant , come è inevitabile un articolo di giornale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.