Il piccolo egiziano Samir, 11 anni, aveva da poco abbandonato il marciapiedi di via Quaranta dove aveva partecipato al sit-in per chiedere di rientrare nella scuola chiusa dal Comune per inagibilità. Stava tornando a casa, dove laspettavano la madre e due fratellini, ma, attraversando di corsa la strada, in via Marco dAgrate, era stato investito in pieno da unauto. Soccorso e trasportato allHumanitas di Rozzano è morto nella mattina di ieri. Una tragica fatalità che ha gettato una luce di grande tristezza fra genitori e bambini che anche ieri mattina continuavano il sit-in. «Venerdì mattina ci troveremo qui per la preghiera in ricordo di Samir». Lo dicono le mamme, una quindicina, degli ex-alunni della scuola. «La nostra protesta va avanti», dicono le donne presenti in via Quaranta, anche se in numero minore rispetto ai giorni scorsi: in molte sono andate a far visita ai genitori di Samir.
E sui muri della scuola campeggiano cartelli scritti dai compagni del ragazzino che ha perso la vita nellincidente: «Ti vogliamo bene Samir», «Samir è con Allah», «Samir è nel paradiso». Le donne legano la scomparsa di Samir alla chiusura della scuola: «Non è morto solo un bambino ma ne sono morti cinquecento, tutti i bambini di questa scuola. Siamo in debito con Samir, che è morto, non sappiamo per colpa di chi, mentre stava difendendo un suo diritto».
Una terribile disgrazia, dunque, che rischia ora di diventare pretesto per sostenere ulteriormente la richiesta di riaprire la scuola.
«Non strumentalizziamo la morte di Samir»
Simini, assessore allEducazione del Comune: «Teniamo i toni bassi nellinteresse dei bambini che hanno diritto alla serenità»
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