Gentile ministro, la ringraziamo per il garbo della sua lettera, così come le riconosciamo limpegno che il suo ministero profonde nel cercare di risolvere i tanti casi di crisi aziendali che si stanno verificando. Ma ci permettiamo di dissentire ancora. Sappiamo che la politica ha un certo peso, in tutto il mondo, nella gestione degli affari privati. Ci ricordiamo, solo per citare un caso, che solo pochi mesi fa la Indesit ha accettato di continuare a produrre nel suo stabilimento di None nonostante i suoi costi fuori mercato. Forse proprio in virtù della voce grossa che il governo è in grado di fare nei confronti dei propri beneficiati (anche lavatrici e lavastoviglie godono della rottamazione).
Leggiamo nella sua lettera di 400 milioni pubblici che verrebbero spesi per rendere efficiente limpianto Fiat in Sicilia. Ma caro ministro, così non va: 400 milioni se li tenga stretti (certo 300 sono nelle disponibilità della Regione). E come lei si comportino i tanti ministri con portafoglio. Questi risparmi potrebbero essere destinati a un nuovo fondo, con un titolo preciso: Fondo risparmi per la riduzione fiscale. Decidete poi voi se partire dalle imprese, dallIrap, o dalle famiglie. Insomma capovolgiamo la logica. Oggi prendiamo il 43% della ricchezza degli italiani per poi redistribuirla. Piuttosto cerchiamo di redistribuire di meno, e lasciare qualche euro in più nelle tasche dei cittadini, così da far scendere la pressione fiscale da quellincredibile livello del 43% a cui si trova oggi.
Caro ministro, linvito non è evidentemente rivolto solo a lei, ma lei ce ne dà buono spunto. Lo sa che, secondo i calcoli fatti dalla Cgia di Mestre, con le sole risorse risparmiate dallintervento statale a Termini Imerese, si potrebbe tagliare lIrap a tutte le imprese con meno di 50 dipendenti?
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