La signora Bice sembra la nonnina delle favole: piccola, sorriso dolcissimo, capigliatura ancora folta e bianca, si muove a fatica sul bastone ed è un po dura dorecchio. E ha anche un occhio blu e gonfio come una melanzana. Frutto dellaggressione di due vigliacchi che evidentemente non credono alle favole e lhanno presa a pugni per derubarla. Ma la signora Bice, nonostante i suoi 92 anni, è ancora forte e, oltre al livido, non ha riportato altri danni. Trattenuta qualche ora in ospedale è tornata a casa mormorando «Non è iniziato bene questo 2012». Come non era finito bene il 2011 visto che a settembre era stata rapinata una prima volta.
La signora abita in via Pascoli, in un elegante palazzo che ospita una piccola comunità in cui i cognomi si rincorrono: sorelle, fratelli, genitori. Bice no, vive sola da quando una trentina danni fa le è morto il marito dirigente dazienda, che le ha lasciato un bella casa e una discreta pensione. Figli, niente. Non ne sono arrivati. Lei, nonostante ormai si avvii ai 93, è nata nel 1919, e ha parecchi acciacchi, è fiera della propria autonomia. Ogni giorno esce per le piccole commissioni e la domenica e le feste comandate non perde una messa alla chiesa di San Giovanni Laterano, in via Pinturucchio 35, distante circa 500 metri, non proprio dietro langolo insomma. E anche ieri lanziana signora non ha mancato alla funzione. Poi lentamente, facendo forza sul bastone, è rientrata passettino dopo passettino e alle 12.30 era davanti casa. «Ho infilato la chiave nella toppa, ho aperto e sono entrata - racconta con un filo di voce - e mi sono trovato davanti un omone. Guardi grande come lei». «Appena mi ha visto sbam, un pugno al volto, poi un altro, e sono caduta a terra. Poi è arrivato il complice e, mentre uno mi teneva ferma, laltro mi ha sfilato i due anelli dalle dita, quindi sono scappati. Io non ci sento benissimo e loro non hanno parlato molto ma direi proprio fossero italiani. Per il resto ricordo che erano ben vestiti. No, no, non erano degli straccioni».
Appena nel condominio si sparge la notizia dellaggressione scatta la solidarietà, chi la sorregge, chi chiama i soccorsi, chi le fa coraggio. Arriva una volante che tenta una battuta ma dei rapinatori nessuna traccia. Unambulanza la porta al Fatebenefratelli insieme a due vicine che non la lasciano sola un secondo. In ospedale i medici la visitano e la tengono in osservazione fino alle 17 quando finalmente può rientrare in casa, sempre sorretta dalle due donne. A dir poco inviperite per quanto successo. «Lo scriva, lo scriva che qui ci sono poco controlli.
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