Quello che più le fa male, è pensare alle occasioni che le sono state negate. Perché Milena Bertani, quasi dieci anni fa, era assessore in Regione, e aveva una carriera politica davanti. Poi arriva lanno Duemila. Arrivano le inchieste della Procura. E tutto cambia.
Marilena Bertani, infatti, era stata indagata e poi messa agli arresti domiciliari a fine 2000 con laccusa di abuso dufficio, associazione a delinquere e turbativa dasta per quattro presunte gare dappalto nellambito della messa in sicurezza del territorio lombardo in seguito ad alcune frane che, secondo i pm, erano state «truccate». A sostenere laccusa sono stati i pm Fabio Napoleone e Gittardi. Quando venne indagata Bertani era nelle liste dellUdc, mentre oggi non ha tessere di partito anche se resta nellarea del centrodestra.
Nel suo passato ci sono anche 50 giorni agli arresti domiciliari dal 13 dicembre del 2000 al 31 gennaio del 2001. «Mi contestavano 4 gare dappalto, io non centravo nulla e sono riuscita a dimostrarlo - dice Bertani -, ho fatto da supporto ai miei legali Mario Fortunato e Andrea Soliani suggerendo temi di prova». Morale, lex assessore regionale viene assolta in primo grado nel 2004, in appello nel 2005 e infine - è storia di questi giorni - in Cassazione. La maggior parte degli imputati è stata condannata. «Ma la Procura aveva lobiettivo di far condannare il politico, lassessore, fin dallinizio - dicono i difensori - i pm non ci sono riusciti».
«Il processo ha segnato la mia vita - dice adesso la Bertani -.
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