da Milano
Questa volta Massimo Capuano, 52 anni, siciliano di Palermo, ingegnere elettronico, ha messo daccordo tutti. Non sempre è stato così nei 10 anni (il primo gennaio prossimo) in cui è stato alla guida di Piazza Affari. Per ultimo era stato il governatore Mario Draghi a stigmatizzare quella che appariva come unincertezza strategica. A lungo aveva suscitato perplessità la sua insistenza sul processo di quotazione (in alternativa a ipotesi di aggregazione). Ora il coup de théâtre. Sul cammino di Capuano e di Clara Furse, però, gli ostacoli non sono del tutto scomparsi. E nei prossimi tre o quattro mesi, periodo indicato come necessario per laggregazione, la coppia al vertice del nuovo gruppo dovrà darsi da fare.
La prima condizione che bisognerà verificare sarà lesistenza di una maggioranza nel capitale di Lse daccordo con il progetto di nozze. Gli analisti hanno interpretato laggregazione in termini prevalentemente difensivi e non è detto che qualcuno tra i molti fondi presenti nel capitale del London Stock Exchange non decida di contestare qualche dettaglio delloperazione. Senza dimenticare la più che possibile ostilità del Nasdaq. Qualche problema potrebbe arrivare anche sul fronte Mts, il Mercato telematico dei titoli di Stato. Capuano ha esercitato lopzione di acquisto sul 51% del capitale di Mbe, la holding che controlla il 60% o poco più di Mts. Laltro 39 e rotti per cento è in mano a una serie di banche daffari come Jp Morgan e Deutsche Bank. Un articolo del Financial Times di ieri ha messo in luce il loro malessere di fronte alloperazione. Le banche avrebbero chiesto una serie di garanzie sul management di Mts, che si è dimostrato in grado di gestire lo sviluppo della società, e rassicurazioni sullefficienza del mercato. Secondo alcune fonti i soci di minoranza di Mts si sarebbero dichiarati pronti, in caso di risposta insoddisfacente da parte di Borsa Italiana, a chiedere la liquidazione delle proprie quote. Qualche problema sempre legato a Mts potrebbe arrivare dallAntitrust. Nel 2005, al momento della sistemazione della struttura azionaria che ha retto fino ad ora la società, lAutorità diede il via libera condizionandolo ad alcune garanzie.
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