Nozze entro tre o quattro mesi Mts, protestano le banche

Gli istituti che controllano il 39% del capitale minacciano di vendere le loro quote

da Milano

Questa volta Massimo Capuano, 52 anni, siciliano di Palermo, ingegnere elettronico, ha messo d’accordo tutti. Non sempre è stato così nei 10 anni (il primo gennaio prossimo) in cui è stato alla guida di Piazza Affari. Per ultimo era stato il governatore Mario Draghi a stigmatizzare quella che appariva come un’incertezza strategica. A lungo aveva suscitato perplessità la sua insistenza sul processo di quotazione (in alternativa a ipotesi di aggregazione). Ora il coup de théâtre. Sul cammino di Capuano e di Clara Furse, però, gli ostacoli non sono del tutto scomparsi. E nei prossimi tre o quattro mesi, periodo indicato come necessario per l’aggregazione, la coppia al vertice del nuovo gruppo dovrà darsi da fare.
La prima condizione che bisognerà verificare sarà l’esistenza di una maggioranza nel capitale di Lse d’accordo con il progetto di nozze. Gli analisti hanno interpretato l’aggregazione in termini prevalentemente difensivi e non è detto che qualcuno tra i molti fondi presenti nel capitale del London Stock Exchange non decida di contestare qualche dettaglio dell’operazione. Senza dimenticare la più che possibile ostilità del Nasdaq. Qualche problema potrebbe arrivare anche sul fronte Mts, il Mercato telematico dei titoli di Stato. Capuano ha esercitato l’opzione di acquisto sul 51% del capitale di Mbe, la holding che controlla il 60% o poco più di Mts. L’altro 39 e rotti per cento è in mano a una serie di banche d’affari come Jp Morgan e Deutsche Bank. Un articolo del Financial Times di ieri ha messo in luce il loro malessere di fronte all’operazione. Le banche avrebbero chiesto una serie di garanzie sul management di Mts, che si è dimostrato in grado di gestire lo sviluppo della società, e rassicurazioni sull’efficienza del mercato. Secondo alcune fonti i soci di minoranza di Mts si sarebbero dichiarati pronti, in caso di risposta insoddisfacente da parte di Borsa Italiana, a chiedere la liquidazione delle proprie quote. Qualche problema sempre legato a Mts potrebbe arrivare dall’Antitrust. Nel 2005, al momento della sistemazione della struttura azionaria che ha retto fino ad ora la società, l’Autorità diede il via libera condizionandolo ad alcune garanzie.

Il problema è il reciproco rapporto tra le attività di trading (gli scambi) e quelle di post trading (i servizi successivi alle negoziazione come compensazione e custodia) che Borsa italiana gestisce attraverso Cassa di Compensazione e Monte titoli . Sull’argomento, tra l’altro, proprio l’Antitrust ha avviato un’indagine conoscitiva che in autunno potrebbe arrivare a una prima conclusione.

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