«Nuova emergenza in vista, serve un altro inceneritore o fra tre anni sarà Napoli»

L’assessore Buscemi: «Cadeo ha ragione, meglio a Milano Sud. Ma la mole di rifiuti non ci dà alternative»

Napoli annega nei rifiuti. Milano li raccoglie, li brucia e crea energia. Ecco il modello di sviluppo sostenibile, «la soluzione lombarda che vince una sfida ambientale rilevante e che l’integra guardando ai bisogni attuali delle generazioni future» chiosa l’assessore regionali ai Servizi di pubblica utilità, Massimo Buscemi.
Vuol dire che la termovalorizzazione diventa elemento portante del sistema di smaltimento?
«Sono cinque milioni le tonnellate di rifiuti prodotti all’anno dai lombardi. Il 40 per cento smaltito nei dodici termovalorizzatori spalmati sul territori, che sono dotati di una capacità pari a due milioni di tonnellate. E con una stima di crescita della produzione dei rifiuti per i prossimi dieci anni fino a 5,8 milioni di tonnellate è evidente che serve un tredicesimo termovalorizzatore nella zona del Milanese».
Dunque, assessore, già mette nel conto lo scontro con la carica ideologica di chi non vuole un impianto sotto casa?
«So che bisogna discuterne con serietà e coerenza, sapendo affrontare qualche forma di diffidenza. E spiegando con dati alla mano che i termovalorizzatori di quarta generazione annullano i rischi ambientali».
Una migliore campagna di comunicazione, mentre la Lombardia dà l’addio alle discariche...
«Le nove discariche urbane hanno una potenzialità di raccolta pari a 3,4 milioni di metri cubi. E nel 2012 non ci saranno più. Non faremo più discariche, ne terremo aperte solo una minima parte necessaria per l’isolamento dei materiali inerti e per le polveri di scarto dei termovalorizzatori».
Scenario del futuro. Restando all’oggi avete già individuato l’area dove sorgerà il nuovo impianto nel Milanese?
«So che l’assessore comunale Maurizio Cadeo pensa al Sud Milano. Condivido quest’ipotesi, anche perché a Nord c’è già un impianto. Ne parleremo entro breve con Comune, Provincia e anche l’Amsa.

Tutti attorno a un tavolo di lavoro perché i tempi stringono e tra soli tre anni la Lombardia potrebbe vivere una nuova emergenza. Lo eviteremo, sia chiaro: ma per questo bisogna mettere in cantiere il nuovo inceneritore di Milano».

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