Un addio lungo 4 anni. Poi l’Inter, dalla stagione 2012-13, lascerà San Siro per giocare nel nuovo impianto che sarà costruito dalle parti di Pero, sul territorio dedicato all’Expo e posto fra due stazioni della nuova linea metropolitana. Una scelta inevitabile per stare al passo con i grandi club d’Europa che vantano ricavi inimmaginabili da stadio, come si evince dal nuovo progetto elaborato con la consulenza di «Sports Investment Group», società specializzata nella realizzazione e nello sviluppo di grandi arene sportive. Nel 2006-07 le prime 4 società italiane per fatturato (Milan, Inter, Roma e Juventus) non hanno retto il confronto con i corrispondenti club inglesi (Liverpool, Arsenal, Chelsea e Manchester Utd.) nella capacità di generare ricavi: 725 milioni di euro contro 1061. In assoluto un gap di 336 milioni. Siamo indietro anni luce sulle entrate da stadio (-350 milioni) e su quelli commerciali (-142 milioni). Sui diritti tv invece i numeri danno ragione ai club italiani per 156 milioni. La situazione è destinata a peggiorare nonostante il ritorno della Juventus a grandi livelli in seguito alla vendita collettiva dal 2010. Prevedibile una forbice di almeno 500 milioni di euro a favore dei colossi inglesi: impossibile fare la concorrenza a questi livelli a meno che i presidenti non intervengano con i beni personali come hanno fatto negli ultimi Moratti, Berlusconi e Sensi.
Ma l’elastico non può tirarsi all’infinito: dai e dai rischia di rompersi. Indispensabile quindi aumentare il valore dei diritti tv per stare al passo con la Premiership, portare avanti una politica commerciale di alto livello e soprattutto ottenere benefici di ben altro tenore dagli stadi. Tanto per capirci l’Arsenal ha più che raddoppiato le entrate da stadio quando s’è insediato nel nuovo impianto che ha fruttato 135 milioni nel 2006-07 contro i 64 della stagione precedente. Questa particolare classifica è guidata dal Manchester Utd (138 milioni) davanti ad Arsenal (135), Chelsea (111), Barcellona (89), Real Madrid (82) Liverpool (57), Celtic (51) e via di questo passo. A metà classifica le italiane con ricavi modesti: undicesima l’Inter con 30 milioni, dodicesimo il Milan con 29, quindicesima la Roma con 24. La Juventus, per via della retrocessione in B, ha incassato appena 8 milioni. E proprio la Signora ha cominciato a invertire la tendenza dando il via alla ristrutturazione del Delle Alpi che dovrebbe portare benefici per 60-70 milioni.
L’Inter vuole fare di meglio per porsi sulla scia dei club d’Oltre Manica con uno stadio che potrebbe somigliare a quello del Liverpool, in avvio di costruzione. La visione definitiva si avrà dopo la scelta del progetto promossa da «Sports Investment Group» fra i migliori gruppi di architettura al mondo. Ma già si conoscono alcune caratteristiche dello stadio nerazzurro che verrà intitolato per motivi commerciali a uno sponsor (vedi Ricoh a Coventry) ma sarà dedicato ad Angelo Moratti e Giacinto Facchetti. Alla base del progetto la filosofia di riportare alle partite le famiglie e di fare il tutto esaurito in ogni occasione: obbiettivi imprescindibili per Massimo Moratti. Intanto la capienza, pari a 60-65 mila posti, con angoli di visuale ottimali da ogni parte grazie anche all’assenza della pista d’atletica. Il bando comprende, fra l’altro: a) 120-150 sky-box di 35 mq2, simili a quelli costruiti a San Siro, in grado di ospitare una dozzina di spettatori; b) 800 box-loggia di 15 mq2, più spartani e meno capienti rispetto ai precedenti; c) 3 livelli di tribuna d’onore con servizi personalizzati a seconda della spesa; 4) un’ottantina di punti di ristoro con la finalità di soddisfare ogni tipo di esigenza e di tasca. Previsti anche 4 ristoranti, di cui uno da gourmet, e numerosi negozi. All’interno la sede dell’Inter con la sala dei trofei, il museo e gli spazi riservati al merchandising. Fuori parcheggio da 7-8 mila posti, quanto dovrebbe bastare nei giorni di partita e in quelli senza per consentire a chi entra a Milano da nord-ovest di lasciare l’auto e prendere la metropolitana.
Il costo? Sui 400 milioni, compresi gli oneri finanziari: gran parte dell’investimento arriverà per l’80% da fondi e banche, il resto dall’azionista. Ma con la possibilità di fare cassa fin dalla presentazione del progetto con l’apporto degli sponsor, specie di quello che darà il nome allo stadio, e delle aziende che prenoteranno box e negozi. Ne dovrebbero scaturire entrate per una quarantina di milioni. L’ammortamento è previsto in una decina di anni. E i ricavi, i famosi ricavi, permetteranno all’Inter di autofinanziarsi e fare concorrenza ai maggiori club europei. In un secondo momento si parlerà della costruzione, vicino allo stadio, di un centro commerciale e di un albergo, che comporterà ulteriori iniezioni di denaro in «project financing».
L’ultima domanda riguarda lo stadio Meazza. Che fine farà? Al Milan la delicata risposta.
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