La nuova maturità ora parla anche cinese

Ieri, nel secondo scritto dell’esame di Stato, spazio alla lingua degli ideogrammi, scelta in tutta Italia da 350mila matricole. Venticinque anni fa il primo esame di arabo, nel 1999 l’esordio del russo

La nuova maturità 
ora parla anche cinese

Maturità alla prova Babele. Latino certo, ma sui banchi - per la seconda prova scritta - anche i vocabolari di francese, inglese, spagnolo e tedesco. Ma quest’anno la vera novità parla cinese. Quindi non solo le lingue comunitarie più diffuse, ma una storica apertura ad Oriente che si aggiunge alla porta già spalancata in passato a russo, ebraico e arabo. A cimentarsi nella prova di lingue non sono stati solo gli studenti dei licei linguistici, ma anche tutti i maturandi degli istituti tecnici e professionali per i quali il piano di studio prevedeva questo tipo di opzione.
«La presenza sempre più diffusa di queste materie tra le prove scritte d’esame - spiega il ministero della Pubblica istruzione - vuole sottolineare l’importante ruolo delle lingue straniere per la formazione dei giovani e nel processo di allineamento del nostro sistema educativo a quelli europei».
Ma in un sistema di relazioni sempre più globalizzato, anche l’Europa rischia di apparire un ambito troppo angusto. Nasce da qui l’esigenza di aprirsi al resto mondo; di cui cinese, russo e arabo rappresentano le imprescindibili anime parlanti.
Il cinese è stato di scena ieri al liceo classico Pigafetta (indirizzo sperimentale linguistico) di Vicenza e al civico liceo linguistico Manzoni di Milano. I candidati hanno potuto scegliere tra due opzioni: rispondere a cinque domande relative a un testo di letteratura oppure rispondere a un analogo numero di quesiti su un tema di attualità.
La lingua cinese si sta quindi diffondendo anche nelle nostre scuole e la prova scritta all'esame di maturità ne è la riprova. E, inevitabilmente, la memoria corre al profetico film di Marco Bellocchio del 1967, «La Cina e vicina»: titolo - quarant’anni fa - che sembrava una provocazione; oggi quel Paese «irraggiungibile» è entrato di prepotenza nelle nostre metropoli. I cento studenti che ieri nelle varie scuole italiane hanno sostenuto la prova di cinese sono le avanguardie di un futuro sempre più intrecciato agli «altri», a prescindere dalle nazionalità di appartenenza.
«Attualmente i corsi di cinese nei licei italiani sono 17, di cui la maggior parte attivati come terza lingua alcuni anni fa - spiega Giuseppe Polistena, preside del Liceo linguistico Manzoni di Milano -. Gli studenti che adesso frequentano il quinto anno sono pochi, ma sono in aumento esponenziale le recenti iscrizioni al cinese come seconda lingua». E lo stesso trend riguarda le iscrizioni per i corsi linguistici di arabo, e russo. Un piano in più nell’ideale Torre di Babele che la scuola sta costruendo per i suoi giovani in aggiunta alle «normali» lingue comunitarie. Esplicite le raccomandazioni che provengono dalla Commissione europea sul multilinguismo: «La scuola deve puntare su arabo, cinese, giapponese e russo, creando parametri di riferimento paneuropei». E gli italiani sembrano essersene accorti: oltre 350mila gli universitari che hanno inserito nel proprio piano di studio il cinese; 280mila il giapponese e 230mila il russo e 200mila l’arabo.
Uno sforzo apprezzabile, considerato che quello cinese è uno degli idiomi più distanti dal nostro ceppo indoeuropeo: mentre infatti l'italiano ha un alfabeto da mettere al servizio delle parole, il cinese si basa su un complesso sistema di caratteri grafici (ideogrammi) funzionali più a concetti generici che a termini specifici.
Intanto le scuole italiane si guardano allo specchio vedendosi sempre più con gli occhi a mandorla. La preside della scuola Mascagni di Prato, Laura Papini, spiega che il numero di alunni di origine cinese è destinato ad aumentare: «Nell’anno scolastico 2007-2008 le iscrizioni hanno avuto un incremento del 15%».
Alba Ianniciello e Giovanna La Montagna oggi hanno 43 anni, nel 1984 erano le prime due maturande italiane a sostenere la prova scritta di arabo.

Dopo di loro centinaia di studenti sono rimasti incantati dai segreti dell’idioma di Maometto o dal fascino nascosto delle altre lingue straniere. E oggi essere veramente maturi significa potere andare in qualsiasi Paese del mondo senza mai sentirsi un «estraneo».
Nuovi piani sono in costruzione sulla Torre di Babilonia.

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