«Nuova moschea in città? La Lega dice no Ma decidano i milanesi con un referendum»

Vorrei riprendere una questione che ha animato il dibattito relativamente alla posizione della Lega Nord sulla costruzione di una moschea in città. Vorrei qui ribadire che la nostra proposta tiene conto di due ambiti decisionali: uno a livello nazionale, l’altro strettamente locale distinto nelle competenze assegnate dall’attuale ordinamento a Regione e Comune. In primo luogo la Legge nazionale, che è depositata in parlamento a mia firma, ha origine dalla necessità di regolare, laddove si riesca, il mancato accordo tra Stato e Comunità islamica, così come previsto dalla Costituzione con l’istituto delle intese. Oggi bisogna chiedersi come mai l’Islam dopo sessant’anni non abbia mai voluto sottoscrivere un’intesa con lo Stato italiano: la mia opinione è perché l’Islam è culturalmente e storicamente incompatibile con i principi della prima parte della nostra Costituzione. Un esempio: nell’Islam non c’è il concetto di famiglia come lo intendiamo in Occidente, cioè un libero rapporto tra uomo e donna sul medesimo piano. Nell’Islam la famiglia è sostanzialmente identificata con il capo famiglia, concetto che in Occidente non può avere cittadinanza. Da questo semplice esempio, tornando alla questione della moschea che, è bene precisare, non è un luogo assimilabile alle nostre Chiese, la nostra proposta in mancanza delle intese prevede che la sovranità sulla costruzione o meno venga affidata al popolo attraverso un referendum. La Lega Nord è contraria come posizione politica a qualunque costruzione, ma è il popolo lombardo che deve decidere!
Il secondo aspetto riguarda la regolamentazione, in capo alle Regioni, di norme urbanistiche che non diano alcuna possibilità di equivocare ciò che oggi viene genericamente definito come urbanizzazioni, ovvero luoghi destinati ai servizi e che attualmente vengono evocati per l’apertura di centri culturali che di culturale non hanno nulla, diventando paravento per moschee non autorizzate. Le Amministrazioni locali hanno sufficienti strumenti per definire nei propri regolamenti misure che impediscano l’apertura di moschee per così dire sotto mentite spoglie. Tuttavia se l’apertura di un tavolo di confronto a livello politico-istituzionale lombardo sarà utile per risolvere una volta per tutte una discussione logora e improduttiva che fa capolino ogni anno all’avvio del ramadam, la Lega Nord è disponibile.

Ciò però con una ulteriore precisazione: la Lega Nord non è per la società multiculturale, ma per una società dove ci sia una «cultura di riferimento» basata su un principio inderogabile, ovvero la centralità della persona indipendentemente dal suo sesso! Nessuna subalternità quindi della donna agli uomini, come sostenuto invece oggi troppo spesso nelle attuali moschee attraverso le quali si vorrebbe imporre in Occidente un modello culturale troppo differente dal nostro.
*Vicepresidente della Regione Lombardia

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