Ma la nuova Signora naviga a vista

P erfino Simona Ventura ne era al corrente. Anzi lo sapeva da due settimane, parole della soubrette. Non lo sapevano però quelli che il calcio, cioè gli azionisti, almeno i cosiddetti piccoli, non lo sapeva Deschamps, assunto per allenare la squadra, non lo sapevano i calciatori, nemmeno i dirigenti di Lega e Federcalcio. Evitato il Tar sport la Juventus non può sottrarsi al Bar sport, sito in cui spesso si dice la verità, scomoda. Come la versione dell’ultimo cda per niente compatto e unanime ma con tre dissidenti, uno dei quali, Blanc, potrebbe anche lasciare l’incarico dopo il dilemma to B or not to B,
La cosiddetta nuova (non del tutto, visti certi cognomi operativi) Juventus naviga a vista, va dove la porta il vento, dipende dall’anemometro, un giorno è combattente, un altro alza bandiera bianca. Ha dichiarato la guerra, dopo aver sbagliato le munizioni, quando la stessa guerra era terminata, si è liberata di dipendenti illustri, non soltanto calciatori, per sistemare un bilancio destinato al rosso profondo e per lavarsi la coscienza. Il nuovo management ha idee chiare sul piano strutturale, non altrettante sul progetto tecnico. Ha scelto un allenatore di spessore professionale, già indicato dal «profittatore» (secondo una dolce tesi dei legali juventini) Moggi, ma lasciandolo allo sbaraglio, senza alcuna guida all’interno del club, affidando a uomini di campo, come Tardelli, incarichi vuoti, di facciata; ha bocciato tecnici adatti al campionato di B, con l’alibi che nessuno di questi aveva accettato l’offerta (alibi fragilissimo, basta contattare i contattati). Ha condotto operazioni di mercato, incassando denari ma dimostrando di non credere in una riabilitazione. Oggi fa i conti con una realtà inedita, non soltanto per lo scenario della B ma per tutto quello cui dovrà rinunciare e che dalla fondazione invece le apparteneva. Colpa non soltanto di chi si è dimesso, è stato liquidato, è in attesa di condanna definitiva.

Se il passato è stato cancellato e il futuro resta incerto, ciò che preoccupa maggiormente i tifosi è il presente, un’isola che non c’è e sulla quale in troppi, nostalgici e cortigiani, sventolano il bianconero. Il suo campionato parte da Rimini, sito di amarcord. Ma chi vive di nostaglia «in B ci resta».

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