Transizione energetica

Verso la svolta sulla fusione nucleare. L'annuncio che rivoluziona tutto

Domani la conferenza: perché è importante e cosa può succedere

Verso la svolta sulla fusione nucleare. L'annuncio che rivoluziona tutto

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La fusione nucleare è più vicina, secondo quanto si apprende da fonti del governo Usa a cui il Financial Times ha avuto modo di accedere, subito confermate dal Washington Post, che è la testata americana meglio inserita negli apparati dell'amministrazione Biden. Domani la Segretaria all'Energia, Jennifer Granholm, svelerà al mondo, in una conferenza stampa ancora da ufficializzare, "una grande scoperta scientifica" che secondo il quotidiano della City di Londra sarà proprio legata alla prima acquisizione netta di energia in un processo di fusione.

La manovra avrebbe dunque permesso di trovare uno dei "Santi Graal" della fisica sperimentale: la conferma del fatto che anche in laboratorio e in centrale è possibile replicare, su scala ridotta e controllata, i processi che alimentano l'energia delle stelle e andare oltre la fissione dei nuclei atomici alla base del nucleare civile e militare odierno. Quest'ultimo si fonda sulla scissione dei nuclei d'uranio e lo sfruttamento delle reazioni alimentate dalla fissione. La fusione mira a compiere il processo inverso, come nel nome stesso si intuisce: nel nucleo del Sole, ad esempio, nuclei di idrogeno si fondono formando elio e liberando nel processo energia in una reazione a catena che genera l'energia poi emessa dall'astro attorno a cui la Terra orbita. La fusione nucleare è la forma di energia attorno a cui si è plasmato, in un certo senso l'universo stesso: consente l'esistenza degli astri, il loro sviluppo e in un certo senso l'energia radiativa che ha reso possibile la vita sulla Terra e lo studio del cosmo.

Il risparmio di energia dall'esperimento

Il Financial Times indica nei laboratori federali Lawrence Livermore in California il luogo in cui il primo guadagno netto da fusione sarebbe stato conquistato. In precedenza, dal 1950 a oggi, nessun gruppo di ricerca era stato in grado di ottenere tale risultato. A riuscirsi sarebbe stato, in attesa di conferme ufficiali, un gruppo di ricerca che ha utilizzato la National Ignition Facility da 3,5 miliardi di dollari, il laser più grande del mondo, che è stato progettato principalmente per testare armi nucleari simulando esplosioni, ed è stato al centro di "un processo chiamato fusione a confinamento inerziale che prevede il bombardamento di un piccolo pellet di plasma di idrogeno con il laser più grande del mondo". L'esperimento "ha raggiunto un guadagno netto di energia in un esperimento di fusione nelle ultime due settimane".

La maggior parte della ricerca sulla fusione si concentra su un metodo alternativo, la cosiddetta fusione a confinamento magnetico, in cui potenti magneti trattengono ampie quantità d'idrogeno che vengono riscaldate a temperature estreme in modo che i nuclei atomici si fondano. Su questo campo lavora ad esempio Eni che è tra le società italiane maggiormente attente a sviluppare studi sulla fusione, che se realizzata potrebbe aprire la strada a un vero salto in avanti nella transizione energetica, offrendo il gancio tra un nucleare funzionante e l'annullamento di pressoché ogni emissione di carbonio. Certo, la realizzazione di una centrale a fusione è ancora molto lontana. Ma se quanto dichiarato dal Ft sarà confermato dal governo Usa, potremo legittimamente parlare di una delle più grandi scoperte scientifiche dei nostri giorni. Capace di aprire la strada a un nuovo percorso

html" data-ga4-click-event-target="external" target="_blank" rel="noopener">verso la frontiera infinita dell'innovazione anche in campo energetico.

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