Fondata con l’obiettivo di portare l’innovazione digitale al centro delle imprese italiane, Fiven è un gruppo tecnologico che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale e piattaforme digitali per aziende e pubbliche amministrazioni. Con un centro di ricerca interamente dedicato all’IA e una strategia basata sull’integrazione di tecnologie generative, Fiven punta a costruire modelli proprietari che rispondano alle esigenze specifiche di settori strategici come turismo, sanità e servizi pubblici. L’azienda si distingue per un approccio “artigianale” alla tecnologia, unendo precisione ingegneristica e creatività tipicamente italiane, come spiega il CEO Valerio D’Angelo.
A che punto siete arrivati e quali sono i principali progressi nell’attività di Fiven?
“Abbiamo compiuto passi importanti, sia nello sviluppo dei nostri modelli proprietari sia nell’ampliamento delle collaborazioni con aziende italiane. Il nostro obiettivo rimane rendere accessibili e davvero utili le potenzialità dell’intelligenza artificiale anche alle realtà più piccole, che spesso sono straordinarie ma poco valorizzate”.
Il segreto è un’intelligenza artificiale fatta in casa.
“Lavoriamo proprio per far emergere il Made in Italy tecnologico, fatto di creatività, ingegneria e capacità di integrare soluzioni innovative provenienti dal mercato globale.
In questo senso, come si può rafforzare l’indipendenza tecnologica del Paese, specialmente nel settore IA?
“Credo che la chiave sia la specializzazione: ogni azienda, anche piccola, dovrebbe puntare a sviluppare competenze di eccellenza in specifici settori come il turismo, la meccanica o i trasporti. Noi, ad esempio, abbiamo investito nella creazione di small language model per il turismo, con clienti già attivi in questo ambito. L’indipendenza dai grandi provider stranieri è fondamentale, e serve una visione industriale che incentivi queste iniziative anche attraverso agevolazioni e regole mirate”.
Nel confronto internazionale l’Italia sembra sempre dover rincorrere. Cosa manca per fare il salto di qualità, soprattutto considerando le recenti normative sull’intelligenza artificiale?
“Le norme sono un primo passo, ma servono azioni concrete per accelerare l’adozione delle tecnologie IA nelle aziende e nella pubblica amministrazione. Un esempio: le soluzioni per l’automazione dei processi potrebbero rivoluzionare settori come la burocrazia o i servizi al cittadino, liberando risorse umane da compiti ripetitivi e consentendo loro di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto.
Avete scelto una strategia di reinvestimento e acquisizione di startup. Che ruolo gioca questa scelta nella crescita di Fiven?
“La nostra strategia si basa su investimenti consistenti in ricerca e sviluppo e sull’acquisizione di realtà innovative, per accelerare l’adozione delle nostre tecnologie: abbiamo puntato oltre sei milioni di euro solo nell’ultimo anno. L’acquisizione di startup ci permette di portare rapidamente sul mercato nuove soluzioni e di scalare più velocemente”.
Guardando al futuro, quali sono i progetti principali su cui vi state concentrando?
“Stiamo proseguendo sull’estensione del progetto Duolly, il nostro principale prodotto Plug & Play che trasforma qualsiasi applicativo digitale in un GPT basato su contenuti esistenti. Esploriamo nuovi ambiti di applicazione sia esterni che interni alle organizzazioni: la verticalizzazione rappresenta per noi il prossimo passo, con attenzione particolare ai settori pubblico e sanitario, dove abbiamo già progetti pilota in corso”.
Spesso si parla del rischio che l’IA sottragga posti di lavoro, il vostro approccio sembra diverso.
“Assolutamente. L’intelligenza artificiale non sostituisce il lavoro umano ma lo trasforma, liberando le persone dalle mansioni ripetitive. Il vero valore sta nel riportare le persone al centro del processo, impegnandole in attività di maggiore valore ed evitando che la tecnologia sia percepita come una minaccia. Il nostro modello è simile all’artigianato d’eccellenza: la cura e la competenza italiana sono risorse uniche anche nell’innovazione”.
Cosa chiedete allora alle istituzioni per sostenere la crescita di realtà come la vostra?
“Servono incentivi e regole specifiche.