L'intelligenza artificiale "curiosa" di Elon Musk e quella già al lavoro in Italia

Il proprietario di Tesla e di "X", lancia una start up per guidare la rivoluzione AI. Che qui da noi è già patrimonio di piccole e grandi imprese. Ecco alcuni esempi

L'intelligenza artificiale "curiosa" di Elon Musk e quella già al lavoro in Italia
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L’intelligenza artificiale è al centro del dibattito tecnologico del momento, tanto che i grandi del mondo si sono ritrovati a Bletchey Park, in Inghilterra, per discutere il da farsi riguardo a un mezzo con grandissime potenzialità ma che nasconde, come sempre, la minaccia di essere usata nel modo sbagliato. Tant’è che Elon Musk, preoccupato per ciò che potrebbe avvenire, ha annunciato l’apertura di xAI, la sua nuova società che rappresenta «il meglio che esiste attualmente» e che vuole competere con OpenAI, Google e Anthropic. Certo, qualcuno può pensare (a ragione) che sia anche – o soprattutto – una questione di business, eppure il proprietario di Tesla ha più volte espresso preoccupazione per il potenziale di «distruzione della civiltà» dell’intelligenza artificiale («ha il 20% di possibilità di essere pericolosa», ha detto in occasione dell’evento organizzato dal premier britannico Sunak). E così ha spiegato che il suo piano è costruire una Ai più sicura: inutile cercare programmarne la moralità, meglio che sia «massimamente curiosa».

Il dibattito, dunque, si concentra su rischi e benefici di una tecnologia così potente che, come è stato per l’energia nucleare, può trasformare il pianeta in un piccolo paradiso o in un inferno inquietante. Intanto però l’intelligenza artificiale progredisce, impara, diventa generativa ed è ormai nella nostra vita di tutti i giorni. Ed evitando scenari da film di fantascienza, ci si dovrebbe per esempio chiedere cosa sta già facendo per noi. Gli esempi sono molteplici: recentemente in un convegno tenutosi a Viano (Reggio Emilia) in un’azienda, la E80, leader dell’intralogistica, è stato mostrato come i veicoli a guida laser con un cervello smart sappiano ormai riconoscere spazi e competenze anche al buio, evitando dunque all’uomo sforzi e pericoli nella movimentazione dei grandi carichi. E il concetto dell’incontro è stato che pur chiamata così, l’intelligenza artificiale resta comunque sottomessa alla programmazione umana, e se utilizzata – appunto – intelligentemente non ci ruberà il lavoro ma ci darà la possibilità di accompagnarla nel suo.

Altro esempio di programmazione smart è rappresentato dai software no code-low code, strumenti che riducono al minimo la programmazione manuale e aumentano la velocità di sviluppo garantendo qualità e sicurezza per le aziende che lo adottano, senza dover stravolgere i propri sistemi esistenti. Un esempio arriva da Cualeva, società con sede sul Garda e produttrice di DocsMarshal, che recentemente a Milano ha presentato un paio di casi relativi all’utilizzo della sua piattaforma. In pratica: in tempi in cui la Sanità denuncia ritardi nella disponibilità di appuntamenti o mancanza di posti letto, la risposta è arrivata dal Policlinico di Monza, uno dei sei ospedali italiani che ha adottato finora questo programma, che consente di progettare e definire visualmente la gestione dei dati senza aver bisogno di qualcuno che sappia utilizzare i codici in manera professionale. Questo grazie a un sistema «drag and drop», come fosse un puzzle da comporre sullo schermo: «Siamo riusciti ad automatizzare processi di più settori per i quali, solitamente, avremmo dovuto avvalerci di più applicazioni verticali – ha detto il Dottor Marco Bertolini, Direttore Generale del Policlinico di Monza-. Grazie a DocsMarshal non solo abbiamo velocizzato le liste di attesa, la gestione dei posti letto e la restituzione documentale. Ma ora possiamo seguire in tempo reale il paziente da quanto il medico di base ne chiede il ricovero fino alla sua dimissione, potendo così rispondere in automatico alle richieste di Regione Lombardia». Stesso discorso vale anche in altri campi, uno tra gli altri possibili il turismo, per la gestione di grandi numeri di dati: “Con l’adozione di questo software riusciremo a gestire grandi numeri in tempo reale con una velocità dei dati che ci permette di essere sempre presenti, seguendo e risolvendo ogni esigenza dei nostri clienti”, ha affermato Valerio Vezzola, Amministratore Delegato e CEO di Baia Holiday.

In pratica, tornando all’origine del discorso, c’è da essere previdenti sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ma certo anche consci delle sue grandi potenzialità.

E Milano si appresta ad esserne un centro di studio nei prossimi mesi: l’8-9 novembre è infatti in programma AIXA, un summit al MiCo con oltre 100 speaker italiani e internazionali orientato verso l’impatto che questa tecnologia avrà nel mondo del business. E poi, nel 2024, si succederanno nuovi eventi sul futuro dell’AI in campo sociale, ambientale, artistico ed anche sulla longevità. Perché in fondo, questo è sicuro, è la nostra vita che dovrà essere più intelligente.

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