Sfida all'ultima battuta: va in scena la critica teatrale del futuro. I riflettori sono puntati sul primo concorso per giovani critici teatrali «Lettera 22», dedicato a giornalisti e allievi di scuole di giornalismo al di sotto dei 36 anni. È disponibile online da oggi il bando per partecipare, ma c'è tempo fino al 24 febbraio per iscriversi e mettere alla prova le proprie capacità nell'invenzione di una nuova critica per il teatro.
«La ragione dell'iniziativa - spiega Gaia Silvestrini dellassociazione culturare La Giudecca che ha ideato il concorso - parte dalla constatazione che spesso i giornali hanno meno spazio per la critica teatrale rispetto a quanto accadeva un tempo; il nostro intento è di stimolare e scoprire linguaggi nuovi». E proprio ai giovani è diretto lincoraggiamento dell'assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, che ha regalato una significativa lezione sul ruolo del tempo per chi scrive, e ha sottolineato le difficoltà che incontra oggi chi vuole intraprendere questa attività. «Il vero tempo della vita di uno scrittore è il tempo aggiunto, quello che si impiega facendo ciò che piace. È questo il tempo che accresce la vita, non il tempo libero, e il lavoro di un critico è quello che forse più fa coincidere quello che si fa e la passione. Un critico non ha orari d'ufficio è sempre fuori orario, spesso scrive di notte, e un giovane critico oggi più che mai fa il suo lavoro tra ostacoli e sbarramenti. Rispetto ad una volta, i giovani critici concorrono per uno spazio più stretto. Per questo occorrono strumenti e sussidi per aiutarli», ha commentato Sgarbi.
In questo panorama non poteva mancare uno sguardo a quella che si può definire la storia del genere, costellata dalle più celebri stroncature che ancora oggi sono capaci di catturare l'attenzione conservando tutto il loro vigore. La grande Franca Valeri, madrina d'eccezione alla presentazione del Concorso, avvenuta ieri a Milano, ha dato una gustosa lettura di alcuni tra i più famosi brani di critica teatrale conducendo i presenti in un viaggio nel tempo seguendo le tracce ancora ben impresse di parole taglienti, quelle delle critiche più «severe», e di porte chiuse. Chiuse come quelle degli spettacoli di Ermete Zacconi per Piero Gobetti, dopo che quest'ultimo aveva stroncato l'attore sulle pagine di Ordine Nuovo; come conseguenza della propria critica Gobetti si ritrovò respinto dagli spettacoli di Zacconi. Sorte simile toccò anche a Tommaso Chiaretti, critico di Repubblica, che non fu tenero con Buazzelli, e fu ricambiato con l'interdizione all'accesso in occasione dello spettacolo. Scrisse allora una «finta recensione» e dando prova di un non comune acume e di una verve spumeggiante, aveva riservato lodi sperticate all'attore, non dimenticando di sottolineare in realtà come quelle parole fossero il contrario di ciò che pensava.
Il Premio «Lettera 22» ha iniziato dunque la sua ricerca di nuovi nomi e di nuovi linguaggi. «Una critica nuova perché giovane o perché cè un altro modo di fare critica?» si domanda Franca Valeri. La sfida è lanciata, vinca il migliore.
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