Free flow. Il sistema sarà introdotto a breve nelle autostrade, ma potrebbe mandare presto in pensione anche «Area C», archiviandola sotto la voce «archeologia tributaria» (o ambientale, o viabilistica). La misura anti-traffico del Comune è come un dazio medievale. La filosofia che ispira la si può discutere, le misure che la regolano sono tagliate con l’accetta. «Rozze», sintetizza l’assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo, che ha in mente - anzi ha messo nero su bianco - un nuovo sistema, che consentirà di superare non solo il vecchio metodo di esazione dei pedaggi autostradali (anch’esso ormai datato) ma potrebbe anche regolare la viabilità urbana, per abbattere inquinamento e problemi di traffico, in modo più equo ed efficace.
Assessore che significa questo anglicismo?
«Si tratta di questo: al posto di barriere e caselli, ci sono sistemi di portali che riconoscono le auto. Un po’ come telepass, ma molto più innovativo e duttile. Ci sono molti Paesi nel mondo in cui sistemi del genere sono già operativi».
Quali?
«Penso al Cile, all’Austria, alla Bulgaria, perfino alla Bielorussia. Il paradosso è che in questi Paesi i protagonisti delle sperimentazioni sono italiani, come Impregilo e Autostrade per l’Italia».
Che vantaggi garantisce il free flow?
«Intanto ambientali. Spariscono barriere e caselli, che occupano le prime anche 10 o più ettari di territorio, i secondi due ettari. Eliminando le barriere eliminano ovviamente il traffico in ingresso nei centri urbani, per esempio la domenica sera».
Come funziona?
«Il sistema vede l’auto e la targa in tempo reale, individua chi paga e chi non. La percentuale di riscossione dei pedaggi raggiunge il 99,83%. Qualcuno fra i gestori dice addirittura che un po’ di evasione in più sarebbe preferibile, per recuperare, oltre al pedaggio, anche la sanzione. Ci sono resistenze, ma non c’è ragione di opporsi».
Gli effetti sul pagamento degli utenti?
«Sarebbe un sistema più equo. Se io tutti i giorni faccio Varese-Milano posso uscire prima e non pagare, o pagare 2 euro e 90 a tratta. Per Lecco non pago nulla. Col nuovo sistema pagherebbero tutti, e un po’ meno. Si pagherebbe il giusto. Non solo, si potrebbero prevedere delle fasce orarie, con tariffe maggiorate nelle ore di punta e sconti nelle altre fasce orarie».
Su quali strade applicherebbe questo sistema. Anche sulle tangenziali?
«Su tutte, su alcune prima che su altre. Sulla nuova viabilità certamente. Lo prevede anche una direttiva dell’Unione europea. Per la Pedemontana è già previsto. Per Brebemi e Tem lo si introdurrà entro il 2015. Entro il 2018, poi, su tutta la rete».
Si può applicare anche in città?
«Questo è uno strumento, al servizio delle politiche. Una volta montato il sistema, con costi ridotti, si può usare con molte finalità. Per esempio con finalità di sicurezza».
Si può pensare a un sistema alternativo ad Area C in cui si paghi per la quantità di strada percorsa anche in città?
«Certamente, Area C non mi piace, non è un mistero. È un sistema rozzo, con un rapporto costi-benefici molto discutibile. Si può immaginare un sistema più equo, si può fare meglio».
La Regione ha la competenza per disporre l’applicazione di misure del genere nelle città?
«In questo momento è discutibile. Il codice della strada la attribuisce ai Comuni. Per questo abbiamo chiesto un emendamento, di quattro righe, che dia alle Regioni la possibilità di affiancarsi ai Comuni».
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