da Milano
Ieri il Tesoro ha ribadito che non ci potranno essere nuovi soggetti nelle cordate in lizza per la privatizzazione di Alitalia: la scadenza, ha ricordato, era fissata al 2 aprile. Tuttavia, ha precisato, i soggetti partecipanti possono cedere partecipazioni di minoranza nei veicoli utilizzati per la gara. La precisazione - sollecitata per dare chiarezza al mercato dalla Consob, che ieri ha anche ascoltato il presidente di Alitalia, Libonati, sul bilancio - non modifica le norme del bando, ma indica la via percorribile dai soggetti stranieri per mantenere litalianità della compagnia, e quindi il portafoglio di diritti di volo. Sia Aeroflot che Tpg, quindi, potranno aprire ad altri soggetti italiani il capitale delle società costituite, rispettivamente, con Unicredit e Mediobanca, facendo in modo che le quote complessivamente in mano italiana raggiungano il 51%. I candidati privi del requisito dell«italianità» dovrebbero, in base alle clausole del bando, essere estromessi dalla gara.
Lunico partecipante italiano a pieno titolo è Ap holding (Air One), finanziato da Intesa Sanpaolo e, probabilmente, da Mps. Nei giorni scorsi Air One ha annunciato i suoi programmi di ampliamento della flotta, ma il comunicato non è stato condiviso da una nota di Airbus, peraltro annunciata.
«Nuovi soggetti solo se nel capitale di quelli ammessi»
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