Il nuovo Basso riparte dalla Tirreno

«Ho passato mesi terribili, tornerò quello di prima». Merckx bacchetta la federciclo: «Ha fatto harakiri»

«Ho passato mesi terribili, e penso che almeno all’inizio qualcosa pagherò soprattutto sul piano nervoso, ma sono sicuro: tornerò quello di prima, più forte di prima». Ivan Basso torna a correre sulle strade d’Italia: questa mattina si spillerà sulla nuova maglia della Discovery Channel il numero 91 e tornerà a tutti gli effetti ad essere un corridore. Anche in Italia, dopo aver fatto il suo esordio stagionale il 18 febbraio scorso in California.
Torna a correre sulle strade italiane, quelle della Tirreno-Adriatico, che scatta oggi da Civitavecchia, per terminare mercoledì prossimo a San Benedetto del Tronto. L’ultima corsa italiana il 28 maggio a Milano, ultima tappa del Giro da lui concluso trionfalmente in maglia rosa. Poi la bufera doping dalla Spagna, con l’inchiesta «Operacion Puerto», un giro di emo-doping, nel quale sono finiti dentro una moltitudine di sportivi, principalmente ciclisti, e tra i sospettati anche il corridore del Cassano Magnago.
«Ho sofferto molto in questi mesi, perché rinunciare al lavoro che si ama non è facile – ci dice -. Ma da questa vicenda ne sono uscito pulito. Sono l’unico corridore ad essere stato giudicato da un tribunale sportivo e riconosciuto estraneo a questa vicenda. Adesso, però, voglio solo guardare avanti. La Tirreno, poi Sanremo e Castilla y Leon. Lì faremo il punto, decideremo il programma da fare nel mese di aprile, in vista del Giro, che sarà il mio primo grande obiettivo di stagione. Mi aspettano tutti al varco: non sarà facile ripetersi».
Non è facile nemmeno accettare che dalla Spagna sia stata disposta l’archiviazione dell’«Operacion Puerto», perché all’epoca dei fatti (l’indagine si è aperta il 9 maggio 2006, i primi arresti sono avvenuti il 23), una legge antidoping ancora non esisteva (è appena entrata in vigore). Tanto rumore per nulla.
Critico e amaro Eddy Merckx, il più grande corridore di tutti i tempi, che sull’archiviazione dell’«Operacion Puerto» ci ha detto: «Sono molto preoccupato per come è stata gestita dalla federciclo internazionale tutta questa vicenda. Come si può permettere che il Tour mandi a casa dei corridori solo sulla base di sospetti, e poi lasciare che finisca tutto in questo modo? Il ciclismo ha bisogno di regole certe e ben applicate. Il nostro movimento si è fatto “harakiri”, ha voluto fare solo del giustizialismo, rinunciando a fare giustizia».


Oggi la prima tappa della Tirreno-Adriatico (Civitavecchia-Civitavecchia, 160 km, diretta tv su Rai Tre dalle 15.15), ieri alla Parigi-Nizza colpo da autentico finisseur di Franco Pellizotti, che ora è al comando con 6” di vantaggio su Millar e Bennati.

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