«Di nuovo a casa, il giorno più bello da quel 6 aprile»

«Di nuovo a casa, il giorno più bello da quel 6 aprile»

Massimo Malpica
Non è un traguardo, ma assomiglia a una festa. «È il più bel giorno da quel maledetto 6 aprile, non c’è dubbio». Paola e Alfonso non la smettono di sorridere, cercando su un vassoio d’argento la chiave numero sette. È quella della «loro» casa, uno dei nove chalet in legno, intonacati in colori pastello che si arrampicano sulla montagna su cui si appoggia il paesino di Stiffe, frazione di San Demetrio ne’ Vestini. Casette visitate (e apprezzate) anche dal premier Berlusconi, che è stato qui a Ferragosto, insieme a Gianni Letta.
Siamo a Sud Est dell’Aquila, e qui il terremoto ha reso inagibile praticamente ogni edificio. Paola e Alfonso, come tanti, da quella notte vivono nella tendopoli di Villa Sant’Angelo, in attesa, un giorno, di rientrare nella propria casa. «Ora però un tetto ce l’abbiamo, e dopo quello che abbiamo passato è proprio una bella sensazione», spiega la coppia, tenendosi per mano. Queste nove case, insieme alle altre 21 consegnate ieri a San Demetrio centro, sono le prime delle quasi trecento che la provincia di Trento ha costruito in Abruzzo a tempo di record, collaborando con la Protezione civile e con l’aiuto finanziario della Croce rossa italiana, del governo e di altre istituzioni. Per l’occasione, sotto il sole che picchia impietoso, a tagliare il nastro sono arrivati il presidente della provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, la sua omologa aquilana Stefania Pezzopane, il vice di Bertolaso Bernardo De Bernardinis e il sindaco di San Demetrio, Silvano Cappelli. Orgoglio per una «risposta concreta alle richieste della gente» è tra i concetti più gettonati al microfono, mentre si suggella un gemellaggio tra L’Aquila e Trento. Ma che si stia pian piano uscendo dalla fase dell’emergenza lo conferma il vice capodipartimento della Protezione civile. De Bernardinis manifesta soddisfazione per il «varo» di insediamenti «che non possiamo chiamare provvisori» (le casette in futuro ospiteranno i turisti), e annuncia che anche il «progetto Case», come promesso dal governo, rispetterà i tempi. Dodici cantieri su 19 sono addirittura in anticipo: gli appartamenti antisismici agli aquilani arriveranno a settembre, grazie a quanti non hanno smesso di lavorare nemmeno un giorno dalla notte del terremoto. Ma anche le case in legno piacciono ai futuri occupanti. «Il personale della Protezione civile in questi mesi in tenda è stato meraviglioso - sospira Anna Sofia Masci, accanto alla sorella Laura e al nipote, Manuel - ma una casa è un’altra cosa. Questa poi è bellissima, e anche panoramica: ho la stessa vista che avevo dal mio appartamento», spiega la donna. Negli chalet c’è già elettricità e acqua, i bagni sono completi e le cucine arredate. Mancano i mobili. Chi può recuperarli da casa potrà farlo.

«Altrimenti la Protezione civile provvederà con un apposito capitolo di spesa», spiega il sindaco Cappelli, che annuncia per settembre anche l’apertura della scuola media. Risparmiata dal terremoto, e già ristrutturata con criteri antisismici.

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