Il nuovo corso di Leonardo coinvolge anche i giardinieri

È lui, solo lui, il nuovo che avanza sui prati di Milanello, in queste ore scandite da clima tropicale. È lo stesso che attraversa il popolo rossonero: depressioni acute e improvvisi sbalzi di ottimismo, chissà poi se della ragione oppure no. Tutti gli obiettivi puntati, allora, su Leonardo e sui nuovi metodi applicati al Milan, messi in soffitta allora le adunate di Ancelotti, le passeggiate lungo i vialetti a scandire gli umori, le battute, gli scherzi organizzati a tavola per ingannare i tempi morti del raduno. «Pensavo che cominciare subito col pallone fosse meno impegnativo e stancante, è vero esattamente il contrario, eppure io sono uno che ha sempre corso, fin dai tempi di Zeman» è la candida confessione di Alessandro Nesta.
Esercizi, scatti, salitine tutto col pallone tra i piedi perchè è l’attrezzo col quale si lavora la domenica e perché così è possibile migliorare sensibilità ai piedi e precisione successiva. Ma forse la novità assoluta è quel summit promosso da Leonardo il primo giorno di raduno e nel quale, a sorpresa, sono stati coinvolti non solo i calciatori e i componenti dello staff tecnico, i fisioterapisti e gli esponenti di Milan-lab, chiamati a collaborare in prima persona col nuovo precettore di Milanello. Bene, Leonardo ha “coinvolto” anche i giardinieri del centro, i camerieri, il personale delle pulizie del collegio, i cuochi. E a tutti ha spiegato la missione, replicando quello che molti anni addietro, realizzò Silvio Berlusconi nel castello di Pomerio, nell’estate dell’87. Allora il presidente, regista di quell’operazione, fissò la missione: «Diventare la squadra più forte al mondo puntando sul gioco attraverso il quale si può vincere e convincere». Diversa la richiesta di Leonardo: «Siete tutti attori della nostra avventura» ha detto al personale di Milanello mostrando quel sano entusiasmo che sta contagiando anche il resto della compagnia.
Ronaldinho è il primo della lista a denunciare il contagio. «Temevamo arrivasse ingrassato e demotivato, si è presentato bello e riposato» il giudizio di un addetto. L’altro è il leader incontrastato dello spogliatoio e si chiama Rino Gattuso. Avrebbe dovuto restare in vacanza fino al 14 luglio come tutti gli azzurri reduci dalla Confederations Cup e invece è spuntato insieme con gli altri, rientrato in anticipo dalle vacanze, «perchè devo completare la rieducazione» la spiegazione umile e fondamentale da passare agli altri come esempio.
Il primo addestramento calcistico della stagione è avvenuto ieri, secondo canoni tradizionali.

Nessuna novità di rilievo: Tassotti ha preso in cura il drappello dei difensori, Leonardo, braghe corte e maglietta, si è messo alla testa di centrocampisti e attaccanti per dettare i tempi e suggerire qualche schema. Uno di quelli che in queste notti insonni vissute a Coverciano, al corso frequentato, gli sono tornati alla memoria. Ai cancelli cento tifosi in silenzio. Dev’essere Leonardo a trasmettere la serenità.

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