Il nuovo Gandhi ha quasi 100 anni

L’anima della Grande anima vive a Wardha, provincia indiana di Maharashtra, tra Bombay e Bhopal. Case fatte di paglia e fango e il museo dedicato a Gandhi. Lì ci sono i suoi occhiali, il bastone e il drappo che lo avvolgeva. Ci sono le sue idee e i suoi principi diventati vita di tutti i giorni. Voleva che Wardha diventasse una repubblica del vivere bene senza analfabeti, senza disoccupati, un posto dove tutti avessero una casa e la salute fisica e intellettuale. Voleva che a Wardha nascesse l’utopia. Ed è qui che abita il custode dell’anima del Mahatma, Shankarrao Khodke, 92 anni, il vecchio che avanza. Un tempo produceva la carta che Gandhi amava per scrivere le sue lettere. L’aveva inventata lavorando con fibre vegetali e materiale riciclato ma di qualità. Shankarrao si sveglia assieme ai discepoli alle 4.30 del mattino per pregare Dio, mangiare vegetariano, dedicarsi all’agricoltura biologica. Ma quello che hanno imparato gli eredi di Gandhi è riciclare ogni cosa, trasformare il tutto in niente e il niente in tutto. E sperimentano come un laboratorio del futuro tecnologie che si nutrono di energia eolica e solare.

Costruiscono case e scuole solo con materiale biocompatibile, che non offenda la terra e l’aria, per provare a se stessi che la vita ha ancora un gusto, meglio se biodegradabile: costruiscono il tempo che verrà. Shankarrao vive se non a lungo di sicuro felice e contento. Perché Warha sembra un pezzo di passato. Invece è la radice del futuro.

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