Cultura e Spettacoli

Il Nuovo Principe nel libro futurista di Battaglia

Xante Battaglia, docente all'Accademia di Brera, ha realizzato un «libro d'artista» ispirato al Presidente del Consiglio e alle icone del nostro tempo

Xante Battaglia durante in un sogno «fortunato» ha incrociato Depero che gli ha detto: «Non è vero che il libro futurista non ha più futuro, vai e scrivine uno...». Xante lo preso in parola e ha realizzato «Il Nuovo Principe», un volume dove ogni delle 260 pagina è un'opera d'arte. A fare da filo conduttore è il presidente del Consiglio, ma Berlusconi è solo un pretesto per raccontare il piano inclinato su cui sta lentamente scivolando il nostro modo di intendere la realtà. Foto, pittura, sistema binario, tecniche miste sono solo alcuni degli artifici che Battaglia - titolare della prima cattedra all'Accademia di Brera - mette in mostra nell'ideale galleria di un nuovo Rinascimento.
Depero, dall'alto della sua nuvola rivestita d'acciaio, guarda Xante e va con la mente al 1927 quando per primo ideò, con la casa editrice Dinamo Azari, una pubblicazione composta da 234 pagine, con copertina fustellata e chiusura realizzata con bulloni in alluminio. Nell'ambizioso progetto originale era stata prevista una tiratura di 2000 copie, tiratura che non fu possibile realizzare, a causa degli altissimi costi di produzione. Con il «Libro imbullonato» Depero riuscì a realizzare ciò che si era proposto fermamente: fare di questa pubblicazione un manifesto ideologico del Futurismo: «Il libro deve essere l'impressione futurista del nostro pensiero futurista». Xante compie lo stesso percorso, reinventando però nuovi itinerari: da Veronica Lario «demistificata e cancellata» in autoreggenti ospite di Porta a Porta.
Battaglia, per il suo «libro d'artista», ha sfornato 300 copie e cofanetto con sei opere ritoccate a mano sul Cavaliere: «Un vero e proprio richiamo internazionale per consegnare alla storia il Nuovo Principe». Pierre Restany, Gregory Battcock, Michel Tapiè e Thomas M.Messer (direttore del Guggenheim Museum di New York) sono finiti tutti nella rete di Battaglia.

Una rete che non imprigiona nessuno, ma libera vertigini.

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