Lo Zar non torna, per ora. Luciano Spalletti sta troppo bene in Russia, dove «ci sono meno tensioni, meno pressioni e ti rendono la vita più facile».
Niente Inter, quindi, per il conquistatore del titolo (e della coppa nazionale) con lo Zenit San Pietroburgo alla prima stagione. «Moratti ha già dimostrato di essere una persona seria, non si può voltare le spalle a quanto progettato due mesi fa. Io contattato? Né dall'Inter, né dalla Fiorentina, se non mi mandano via o non cambia la situazione resto qui», ha spazzato via le voci il tecnico toscano in una lunga intervista telefonica a Sky Sport 24.
Spalletti non esclude affatto di tornare in Italia in futuro, anzi. Ammette che un pò la serie A gli manca e sottolinea che l'esperienza accumulata in passato gli è servita molto per vincere subito in Russia. Ma se dovesse tornare, difficilmente sarà alla Roma, pare di capire, anche se «sono stati tre anni belli». Però non tutto è andato liscio nella capitale, specie al momento dell'addio, un anno fa. «Totti mi ha fatto i complimenti per lo Zenit sul suo sito? Sono contento, lo ringrazio, magari se mi diceva qualcosa di più quando sono andato via era meglio...», dice Spalletti.
Quanto al campionato di quest'anno, l'allenatore fiorentino vede bene il Milan del livornese Massimiliano Allegri. «Si è dimostrato quello che già conoscevo. È un ragazzo moderato, educato - dice del collega più giovane -. L'equilibrio è la caratteristica più importante. È uno che farà strada in questo lavoro». Rossoneri in pole position, quindi, «ma la Roma sono convinto che ha tutto il tempo possibile per recuperare, per la qualità di squadra che ha».
Capitolo talenti, infine, quelli difficili.
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