Obama attacca ancora: «Corte Suprema antidemocratica»

A un anno dall’insediamento alla Casa Bianca, il presidente Barack Obama sta attraversando il momento finora più difficile del suo mandato. Dopo la bruciante sconfitta nelle elezioni suppletive in Massachusetts, con il repubblicano Scott Brown che ha conquistato il seggio senatoriale appartenuto per decenni alla famiglia Kennedy, due nuove tegole si sono abbattute sul presidente: la sentenza della Corte Suprema dell’altro ieri, che consentirà a sindacati e aziende di finanziare senza limiti le campagne elettorali - favorendo però soprattutto i repubblicani attraverso il sostegno di grandi imprese - e le inaspettate difficoltà per la riconferma di Ben Bernanke alla presidenza della Federal Reserve. Così, dopo una «settimana horribilis», oggi Obama nel suo discorso radiofonico del sabato ha criticato duramente la decisione della Corte Suprema: «Questa sentenza apre la strada a un ammontare illimitato di denaro proveniente da interessi particolari e dà ai lobbisti nuovi mezzi per spendere milioni di dollari in pubblicità per persuadere i rappresentanti eletti a votare come loro vogliono o in caso contrario, ad essere puniti», ha dichiarato. «Non posso pensare a nulla di più devastante per l’interesse pubblico: non abbiamo bisogno di dare voce ulteriore ai potenti interessi che ogni giorno soffocano la voce degli americani comuni», ha concluso Obama annunciando di aver dato istruzioni all’Amministrazione affinché cooperi con il Congresso e sviluppi «una forte risposta bipartisan» alla sentenza. Il presidente appare però in difficoltà anche sul fronte della crisi economica e del contenzioso con le banche. Dopo aver proposto un piano drastico per limitare le dimensioni dei colossi bancari e vietare loro le operazioni più rischiose, accolto negativamente dai mercati, Obama rischia infatti di vedersi bocciata in Senato la riconferma di Bernanke a capo della Fed, da lui fortemente caldeggiata. Il mandato di Bernanke scade il 31 gennaio, e il suo futuro si è fatto improvvisamente incerto dopo che ieri Wall Street ha chiuso con il segno negativo per il terzo giorno consecutivo.

Apprezzato sia dai democratici che dai repubblicani per il modo deciso con cui ha fronteggiato la crisi finanziaria, nelle ultime settimane si sono moltiplicate le voci critiche che rimproverano al capo della Fed di non essere però riuscito a imporre dei freni agli eccessi di Wall Street.

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