Nostro inviato
a Madonna di Campiglio
Rosse e amate e temute e spronate e tartassate. Rosse riunite qui fra i monti e accomunate dal colore sì, e dai cognomi importanti dei loro presidenti e ingegneri e piloti sì. Rosse legate dal tifo nazionalpopolare che ormai non fa differenza di ruote e quante siano due o quattro proprio non importa. E allora succede che Campiglio che fa Wrooom sia diventata una specie di Coverciano delle nazionali rosse dei motori, Ferrari e Ducati. Perché ovunque ti giri vedi Alonso che parla con Massa e Rossi che parla con Hayden e il presidente della Ferrari Luca di Montezemolo che arriva in visita veloce e importante alle sue truppe e il capo della Gestione sportiva del Cavallino Stefano Domenicali che dà gli ultimatum ai suoi tecnici e il papà della Ducati Filippo Preziosi che, dopo Valentino, racconta cosa diavolo è stato fatto per colmare limmenso divario dalle Honda.
Sì, Campiglio come Coverciano, dove le nazionali rosse scaldano i motori con un obiettivo comune: risorgere. Deve risorgere di più la Ducati giunta allanno zero e lingegner Preziosi, che alle moto sta come Adrian Newey alle monoposto, lo dice a chiare lettere: «Con la Gp12 abbiamo fatto in sei mesi quello che di solito si realizza in due anni. La nuova moto che vedrete in Malesia a fine mese è completamente nuova: telaio perimetrale in allumino e la garanzia di molte possibilità di regolazione» spiega. Perché questo Valentino ha chiesto. «No, non è la moto di Rossi anche se è normale che nellimmaginario venga vista così. Lui ci ha trasferito le sue sensazioni di guida e noi abbiamo pensato al resto. Giorno e notte».
E se la Ducati ha fatto in sei mesi il lavoro di due anni, paradossalmente la Ferrari, benché arrivi da una stagione certamente migliore di quella della rossa a due ruote, ha fatto ancor di più. Perché la rivoluzione messa in atto in tarda primavera con la sostituzione del direttore tecnico Aldo Costa è proseguita passo dopo passo e ieri Domenicali ha annunciato larrivo del giapponese Hiroide Hamashima, ex dt Bridgestone, come mago degli pneumatici: «Per contribuire a risolvere il problema patito nel 2011 e cioè la difficoltà di mandare in temperatura le gomme». Non solo: è ufficiale anche Steve Clark, ingegnere ex Mercedes, come responsabile dei tecnici in pista.
Per risorgere la Ferrari («vedrete - dice Domenicali - sarà una monoposto di rottura rispetto al passato, con aspetti tecnici non ancora toccati») deve partire dal ricordo di Silverstone, quando senza gli scarichi soffiati banditi quel week end - e da questanno per sempre - vinse e convinse. Una Ferrari, prosegue con un sorriso il capo della Gestione sportiva, «diversa e bruttina e speriamo veloce» che verrà presentata a Fiorano il 3 febbraio. Una Ferrari che deve risorgere perché la rivoluzione messa in atto è stata pesante e perché «i tecnici hanno tutto per fare un ottimo lavoro e non voglio caricarli di altre pressioni ma è chiaro lobiettivo e chiare le conseguenze negative» prosegue Domenicali. Ed è chiaro lultimatum. E giusto per ribadire, visto che nel 2009 fu il diffusore furbetto, nel 2010 lF-duck e nel 2011 gli scarichi soffiati, resta il timore che qualcuno dei rivali escogiti trovate borderline. Per questo il capo Ferrari sottolinea «questa è proprio la domanda che vado ripetendo da agosto ai miei tecnici. Spero che non spunti fuori qualcosa che alteri i valori; e per il momento sembra tutto tranquillo
». Quanto alla voce piloti dice «Fernando è migliore di Vettel ed è impossibile aspettarci da Alonso più di quanto ci ha dato nel 2011, mai visto un pilota stare così tanto a Maranello. Massa sa invece che per lui è un anno importante, ma quando è sotto pressione dà il meglio». Altro ultimatum.
E che questanno sia stravietato sbagliare lo fa intuire con un sorriso e giocando con le parole il presidente Montezemolo in questa sua toccata e fuga a Campiglio. Prima battuta, alludendo a Enzo Ferrari che preferiva avere auto brutte e veloci: «Domenicali ha detto che è bruttina? E io spero che sia schifosa...
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