Oggi Riccò al Coni Rischia la radiazione

Il ciclista modenese non ha chiesto le controanalisi e sembra pronto a collaborare. Ma il possesso di materiale medico potrebbe costargli caro

Oggi Riccò al Coni  
Rischia  la radiazione

Non c’è traccia di controanalisi. Nessuno pare le abbia richieste. Da regolamento Uci, sempre che per la Francia e i suoi laboratori questo significhi ancora qualcosa, la richiesta di controanalisi sarebbe dovuta arrivare entro e non oltre giovedì scorso e da quanto ci è dato sapere, Riccardo Riccò, che sarà difeso dall’avvocato modenese Odoardo Ascari, non ha chiesto nulla.

Oggi il corridore emiliano, trovato positivo al Tour nel corso della quarta tappa, quella di Cholet, si dovrà presentare davanti al capo della Procura Antidoping del Coni, Ettore Torri. Non è da escludere che il corridore decida di collaborare, ecco il perché della rinuncia alle controanalisi.

In queste settimane, molti sono stati i messaggi che sono giunti da Roma all’indirizzo di Formigine, dove Riccò vive con la sua famiglia. Messaggi chiari e inequivocabili: se collabori, se fai i nomi e spieghi come e da chi hai avuto l’Epo di terza generazione (Cera), potrai godere di tutti i benefici del caso.

Va ricordato che per Riccò il capo della Procura Antidoping del Coni sarebbe intenzionato a chiedere addirittura la radiazione, in quanto oltre alla positività reiterata e continuativa, ci sarebbe anche il possesso di materiale medico (flebo e sacche) vietate dai regolamenti Wada. Due quindi sarebbero i capi di imputazione, che i legali di Riccò dovrebbero smontare per evitare il massimo della pena.

Domani, intanto, davanti a Torri dovrà presentarsi anche il compagno di squadra di Riccò, Leonardo Piepoli, al quale non è mai stata notificata alcuna positività, ma che è stato licenziato in tronco dal suo team - la Saunier Duval -, per aver ammesso a Matxin Fernandez, il direttore

sportivo della squadra (come ha riportato il quotidiano El Pais), d’aver «fatto come Riccò...». Speriamo che oggi Riccò decida di collaborare, e per una volta ancora, Piepoli possa dire domani: «Ho fatto come Riccò...».

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