Ogni famiglia ha un parente in lista

Nostro inviato a Messina

È un lenzuolo capace di raccontare mille storie della città. A Messina c'è una città che oggi e domani voterà per se stessa. Le liste per il Consiglio comunale sono 40, i candidati per 40 posti sono 1.688, i candidati a sindaco cinque, dopo che il candidato e la lista del Nuovo Psi sono stati esclusi dal Tar. Ma contro la decisione è possibile un ricorso che comporterebbe la ripetizione del voto. Se ci limitassimo alle liste per il Consiglio comunale potremmo dire che c'è un candidato per ogni 120 elettori, che in totale sono 205.193 su un totale di 270 mila abitanti. Ma se a questi candidati aggiungiamo quelli delle sei circoscrizioni, 1.450, risulta evidente come a Messina non ci sia famiglia che non abbia un parente o un amico tra i candidati. Il che fa presupporre che l'astensione sarà contenuta. Così come l'alto numero di liste che appoggia il candidato della Cdl, Luigi Ragno, 21 in tutto contro le 12 dell'Unione, dà al centrodestra la quasi certezza che la partita almeno per il Consiglio comunale è vinta. Anche se lo stesso Silvio Berlusconi ha espresso dubbi sul valore politico di una tale frammentazione, che supera quella dell'elezioni comunali di Catania. E che farà nascere un problema non indifferente: visto che quando si discute di una delibera che coinvolge familiari bisogna uscire dall'aula, sono in tanti a scommettere che qualunque sarà il Consiglio comunale eletto, il via vai sarà continuo.
Anche stavolta c'è una scheda lenzuolo: alta 50 cm e lunga 80. Non sarà facile per il cittadino aprirla e «manovrarla» dentro la cabina.
Dentro le liste si trova proprio di tutto. Un vero e proprio specchio della società messinese. Innanzitutto An evidenzia la sua battaglia per la quota alle donne forzando le sue liste con molte presenze femminili e addirittura presentando la lista Alleanza rosa. Quasi quattrocento donne su un totale di quasi 1.700 candidati sono un buon numero, e servono a fronteggiare una maggioranza femminile di elettori: 108.596 donne e 96.598 uomini.
Più delle donne sono i giovani: oltre mille i diciottenni. Il più giovane è Fabio Capillo, nato il primo novembre del 1987, candidato a una circoscrizione per conto della Margherita. Il più anziano, Giovanni Petraia, è del 1927, che dall'Msi è passato alla Fiamma tricolore. Spazio alla fantasia per gli oltre tremila candidati: «Se non hai bisogno di poltrone vota Vincenzo Sedia», si legge sui tabelloni dell'omonimo candidato della Margherita. Si ispira a Celentano Amedeo De Francisci degli «Azzurri per Messina», che si candida «per una rockpolitik». E in famiglia ci si ritrova con tre candidati in liste diverse: i fratelli Cacace, ad esempio. Piero il più grande, impiegato all'Università è nella lista autonomista Mpa; Fabrizio consulente finanziario sta con «Alleanza giovani», mentre Maurizio, il più giovane con An. Ma ci sono anche i «cugini coltelli»: Natale Cucè corre per Genovese sindaco, Lillo Cucè per An.

Tra oggi e domani i messinesi avranno quindi l'imbarazzo della scelta, che difficilmente sarà politica, ma più che altro di famiglia. La scelta politica verrà riservata ai candidati sindaco e la speranza è che quei lenzuoli non confondano al punto che i presidenti dei seggi saranno costretti ad annullare molte schede.

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