
A poco più di un anno dalla sua scomparsa la Scala rende omaggio a Pierre Lacotte, mettendo in scena «Paquita», nella versione firmata dal coreografo nel 2001 per l'Operà di Parigi. Lacotte, considerato uno specialista nella ricostruzione di balletti romantici, recupera la rappresentazione creata da Joseph Mazilier proprio in Francia, dove però restò in cartellone pochi anni, per poi diventare un classico in Russia. Un debutto per il Piermarini, con cui Lacotte lavorò la prima volta nel 1951, in scena da oggi al 26 giugno.
«È un balletto che si basa su danze dallo stile molto diverso e variegato», ha detto presentando lo spettacolo il direttore del Corpo di Ballo Frédéric Olivieri, che ha ricordato anche il suo rapporto personale con Lacotte. «È stata una persona molto importante per me - ha aggiunto - Il primo coreografo che mi ha dato delle possibilità». Incaricati della ripresa coreografica sono Jean-Guillaume Bart e Gil Isoart, che hanno sottolineato l'impegno per «ritrasmettere il sapere di Lacotte e tenere vivo il lavoro che aveva fatto come archeologo della danza». Nel ruolo della gitana Paquita, che nella Spagna del diciannovesimo secolo, durante l'occupazione napoleonica, vive con l'ufficiale francese Lucien d'Hervilly un amore contrastato coronato alla fine dalle nozze, l'ètoile Nicoletta Manni e le prime ballerine Martina Arduino e Alice Mariani. In quello dell'ufficiale si alterneranno Timofej Andrijashenko, Nicola Del Freo, Navrin Turnbull. «È uno dei lavori più impegnativi che ho affrontato - ha detto Manni - Dal punto di vista della danza richiede molte variazioni, passi a due, a solo, poi racchiude anche tanti aspetti per il carattere della protagonista, prima energica e forte, poi fragile, un personaggio anche di forte ironia e in continua evoluzione». La direzione dell'orchestra è affidata a Paul Connelly. Un po' di storia ancora.
Il soggetto del balletto, di Paul Fouché, enfatizzava il fascino esotico di gitani e zingare. Per la musica, la scelta ricadde, nell'Ottocento, sul giovane Edmé-Marie-Ernest Deldevez. I ruoli principali del balletto furono affidati agli stessi protagonisti di Giselle, Carlotta Grisi e Lucien Petipa. Marius Petipa, a sua volta innamorato della Spagna, si era già interessato al balletto interpretato dal fratello Lucien e lo riprese in Russia nel 1847.
Più tardi, divenuto maître de ballet dei Teatri Imperiali russi, riallestì il balletto mantenendo il suggestivo «Pas de trois» del primo atto e aggiungendo il Divertissement finale, il Grand pas e la mazurka des enfants, destinata agli allievi della Scuola Imperiale, di grande effetto. Petipa affidò le musiche dei nuovi brani del balletto a Ludwig Minkus, con il quale già aveva lavorato, per «Don Chisciotte» e «La bayadère».